Omelia 8 maggio 2016

Ascensione/Anno C                                                           08/05/2016

ASCENSIONE: UN BACIO A DIO

Mi piace la festa dell’ASCENSIONE perché in essa possiamo dire che cielo e terra “tornano a baciarsi” dopo che lo avevano fatto a Natale e, come ci ha detto l’introduzione della Messa, come a Natale la terra si è riempita della vita di Dio, così con l’ascensione contempliamo il cielo che si riempie della vita umana.

E’ uno scambio bello e privo di ogni equivalenza. Non c’è paragone tra quello che riceviamo e quello che diamo. Tutto il contrario rispetto agli scambi umani, che, quando vanno bene sono alla pari, ma spesso tra chi ha tanto e chi ha poco ci rimette sempre chi ha poco (vedi la vicenda delle banche di questi mesi).

Dio non è così e Gesù ce lo mostra chiaramente.

 

E mi piace  la festa dell’ASENSIONE perché ci invita ad alzare lo sguardo verso il cielo. Un alzare che va oltre. Non per guardare un aereo, una nuvola o le stelle, ma per guardare oltre i limiti della nostra vita. Anche questo ci insegna Gesù risorto che ascende al cielo, così come ce lo racconta San Luca sia negli Atti che nel Vangelo (ha scritto entrambi come fossero un unico libro in due parti e stranamente è l’unico che ci descrive questo episodio, forse taciuto dagli altri evangelisti per una specie di pudore o forse per la grande straordinarietà dell’evento).

L’Ascensione dunque ci stimola a guardare oltre i limiti della nostra vita per non restare schiacciati dalla nostra miseria, dalla delusione che ognuno di noi spesso è innanzitutto a se stesso: con i propri peccati, con le proprie fragilità fisiche, gli anni che passano. Ma anche oltre i limiti invalicabili e sempre ricorrenti della storia umana, delle nostre società, della nostra economia o della politica, dove spesso ci sembra che “non ne veniamo mai fuori”.

E infatti è proprio così, se ci accontentiamo del nostro sguardo, del nostro punto di vista inevitabilmente e spesso tragicamente schiacciato sulla terra, “non ne veniamo fuori”.Abbiamo bisogno di un punto di vista diverso, più alto, un punto di vista che ci permetta di vedere oltre. E questo punto di vista ce lo dà Gesù. Dapprima dall’alto della Croce che diventa trasfigurazione nella Risurrezione e che si eleva in alto nell’Ascensione. E’ il grande miracolo dell’amore di Dio per noi.

 

Ed è bello vedere come per i discepoli questo voglia dire innanzitutto una GRANDE GIOIA che genera immediatamente la necessità di LODARE SEMPRE DIO NEL TEMPIO, come conclude Luca nel suo racconto evangelico.

E’ degno di nota, a proposito dell’evangelista Luca, come il suo Vangelo si apra con una preghiera di lode incompiuta perchè Zaccaria nel tempio non riesce a dirla chiuso nelle sue paure e nel suo mutismo e si chiude invece con i discepoli che lodano Dio pieni di gioia.

E’ la novità che ci porta Gesù. E’ la novità che la festa di oggi ci vuole mostrare. Come un bacio di Dio all’uomo (il Natale) che oggi può essere ricambiato!

 

Ma subito dobbiamo fare attenzione. Quel “STARE SEMPRE NEL TEMPIO LODANDO DIO” può trasformarsi in fretta in una tentazione anche per noi: starcene chiusi in Chiesa a dire le nostre preghiere dimenticando che l’Ascensione stessa non sopporta le chiese chiuse. Occorre subito uscire. E infatti presto, con la Pentecoste, celebreremo i “discepoli sbattuti fuori del Cenacolo” perché quella gioia e quella lode non restino solo per loro e in loro, diventando ben presto qualcosa che, come ogni cibo non mangiato: presto marcisce e puzza. Quella gioia e quella lode hanno bisogno di venire donate agli altri e diventino lode e gioia di altri ai quali è stato raccontato il miracolo dell’amore di Dio per gli uomini rivelato da Gesù, con la sua passione, morte, risurrezione, ascensione al cielo e dono dello Spirito.

 

C’è gioia per tutti oggi, c’è per tutti la chiamata a lodare Dio oggi, c’è un grande invito aguardare certo il cielo, ma per mettersi subito in cammino e con gli stessi occhi cercare i fratelli su questa terra, perché anche loro possano fare presto la stessa esperienza.

Come ci mostrano gli innamorati e i bambini, tutti desideriamo ardentemente baciare il loro amore più grande, oppure la mamma e il papà. Oggi è la festa del bacio degli uomini a Dio perché con Gesù che ascende al cielo, finalmente possiamo arrivare tutti a dare un bacio a Dio. Dio si è chinato sulla terra al nostro livello e con Gesù risorto e asceso al cielo ci prende in braccio e ci porta alla sua guancia.

 

Lasciamoci prendere in braccio e diamo un bacio a Dio, lui lo aspetta da noi oggi, ogni giorno e sempre.