Omelia 7 novembre

32^ Domenica Tempo Ordinario/B – IL POCO CHE DIVENTA MOLTO – Oggi possiamo capire meglio quello che ci è stato detto domenica scorsa, quando il doppio comandamento dell’amore chiedeva una misura di totalità: TUTTO IL CUORE, TUTTA L’ANIMA, TUTTA LA MENTE, TUTTA LA FORZA.
La VEDOVA DEL VANGELO fa un piccolissimo gesto, nessuno probabilmente lo nota, solo GESU’ lo “vede”. Non solo vede il piccolo gesto e la piccolissima somma, ma soprattutto “vede” che quella VEDOVA ha gettato: TUTTO QUELLO CHE AVEVA.
Il mondo è pieno anche oggi di gente ricca che fa grandi beneficenze, pensiamo al famoso “Bill Gates”, oppure in casa nostra un noto cantante-rapper nonché influencer pieno di tatuaggi… Hanno tutti una caratteristica che resta invariata nei secoli: “AMANO PASSEGGIARE IN LUNGHE VESTI (farsi notare…), RICEVERE SALUTI NELLE PIAZZE (avere prime pagine nei giornali), AVERE I PRIMI SEGGI NELLE SINAGOGHE E I PRIMI POSTI NEI BANCHETTI (essere ai primi posti nelle classifiche)… GETTANO MOLTE MONETE NEL TESORO DEL TEMPIO (fanno beneficenza in modo appariscente)… e guarda caso spesso questi tali, oggi, diventano sempre più ricchi…
Due prime considerazioni/messe in guardia:
• Quando è toccato anche a noi (e certo qualche volta ci è toccato di scivolare) a “farci vedere” essere tra coloro che cercano i primi posti, che si fanno vedere, che tutto sommato danno il superfluo, il di più, quello che non ci costa nulla…?
• Tocca sempre agli SCRIBI. Colpisce che ad essere sempre molto criticati, addirittura CONDANNATI, caso unico nel Vangelo, sono loro, che erano uomini religiosi per eccellenza. La religione, quando si stacca dalla fede, diventa un esercizio di potere, non più un esercizio di servizio, e il potere cerca sempre di preservare se stesso, non cerca il bene degli altri, specie dei più poveri.
E tutto questo se è vero con ogni potere, diventa particolarmente odioso quando riguarda due categorie di persone:
– chi il potere ce l’ha come “compito civile”: la politica e i politici;
– chi ce l’ha per “mandato divino”, i religiosi, in particolare il clero.
Vi confesso un imbarazzo grande davanti a queste righe (come ad altre), perché so che mi riguardano tanto. Certo il Vangelo riguarda e richiama tutti, ma noi preti di più.
E quando sbagliamo qualcosa oltre che ad essere più visibili, siamo anche meritevoli di essere più criticati. Non a caso, papa Francesco insiste tanto contro questo rischio che lui chiama “clericalismo”.
A nostra unica attenuante possiamo portare, credo, solo una certa, ancora (?), sacralizzazione verso di noi, rispetto eccessivo (vero o presuto), un po’ di timore, un’offerta di privilegi, la richiesta di avere sempre il prete, di metterlo al primo posto, di considerarlo diverso… tutto comprensibile, tutto giusto, tutto vero, ma anche terribilmente rischioso… (a volte mi chiedo se lo merito… se è vero affetto)…
La seconda lettura, la lettera agli Ebrei, insiste su un concetto importante, ma spesso dimenticato da tutti (noi preti e voi laici): esiste in fin dei conti un UNICO SACERDOTE: GESU’ che NON DEVE OFFRIRE SE STESSO PIU’ VOLTE… A LUI BASTA UNA SOLA OFFERTA DI SE STESSO PER TOGLIERE IL PECCATO.
Non dimentichiamo che è Lui che dobbiamo ascoltare e seguire!
Non devo dimenticarlo io, prete, che innanzitutto sono pure un fedele che segue GESU’, e nemmeno voi amici, che non seguite me, ma Lui (per questo i preti vanno e vengono e possono anche sbagliare come tutti e come tutti devono accettarne le conseguenze: chi rimane è Lui).
Quella VEDOVA (anzi, le vedove, c’è anche quella di ISAIA), ci parlano. A noi preti, a tutti noi cristiani.
La chiave della fede, la chiave della vita, è certo l’amore, ma non quello dei “baci perugina”, non quello delle “canzonette”, non quello di “influencer” più o meno famosi. L’amore vero è spesso nascosto ai più, e soprattutto si misura con la capacità di dare tutto (o almeno di provarci). È quello che ha fatto GESU’. È quello che hanno fatto le due VEDOVE. È quello che fa un prete o un consacrato/a che dona (e deve continuare a donare) tutto. È quello che fanno 2 sposi che dicono si (e devono continuare a dire si) per sempre. È quello che fanno i genitori per i figli quando nascono e si dedicano (e devono continuare a dedicarsi) totalmente a loro. È quello che fanno i figli prendendosi cura (e devono continuare a farlo) dei genitori anziani fino alla fine.
Per GESU’ e con GESU’ si può… e vale la pena.