Omelia 7 marzo 2016
|4^ T.Q./C (Padre misericordioso) 10/3/2013
PERDONARE LE OFFESE: UNA FESTA
Era facile l’accostamento del brano di oggi con le OPERE DI MISERICORDIA. La 5^, PERDONARE LE OFFESE, è la naturale espressione di questo brano così bello e così famoso. Viene suggerito di citarlo proprio quando qualcuno, scettico, ci chiede conto della nostra fede. Questo racconto che ci parla del “vero volto di Dio” vale più di tante spiegazioni.
E non a caso questa 4^ domenica è quella che ogni anno segna la seconda spinta, il secondo incoraggiamento verso la gioia e la festa della Pasqua, dopo la domenica della Trasfigurazione. E’ chiamata domenica della Gioia questa, infatti. E’ la gioia di quel Padre che ritrova un figlio creduto perduto. E’ la gioia di quel figlio che ritrova un Padre che non sapeva di avere. E’ lanostra gioia ogni volta che sperimentiamo che Dio è così, è davvero così: magari dopo una Confessione o dopo una Messa, magari dopo un gesto di carità e amore veramente tali in famiglia o con qualcuno, magari dopo un momento di preghiera o di ritiro.
Per questo è proprio oggi che proponiamo la PRIMA CONFESSIONE ai bambini del nostro catechismo, quelli del 3° anno,chiamati a sperimentare per la prima volta questo DONO grande, ma anche delicato che è il Sacramento della Confessione. Momento di perdono, di ritorno a Dio riconosciuto come Padre, di gioia. E infatti cercheremo di far loro sperimentare questi passaggi, riascoltando proprio questo brano, e vivendo dei gesti significativi:
– l’esame di coscienza corrisponde a quel RITORNO’ IN SE’ provato da quel giovane figlio che era andato via di casa pensando di trovare la felicità. Quante volte pensiamo di trovare la felicità lontano da Dio. Quante illusioni ci dà la pubblicità, il nostro mondo basato sul consumo sembra dirci continuamente: prendi la tua parte e godila, bruciala, senza pensare che non è solo tua, che consumare senza pensare agli altri significa finire male, finire senza più cibo, senza più casa, senza più amici, senza più felicità. E quello che è peggio è che spesso trasciniamo con noi anche altre persone.
– Poi la confessione dei peccati, il momento bello e difficile. Difficile perché è difficile ammettere le proprie colpe davanti ad un’altra persona, eppure è l’unica cosa sensata che possiamo fare per non restare prigionieri del nostro peccato, dentro il recinto dei PORCI, da ingrassare per conto terzi. E’ difficile, ma chi lo ha fatto e lo fa, sperimenta sempre la gioia e la bellezza di essersi liberato di uno o più pesi, di aver fatto un salto in avanti, di avere una nuova possibilità. E’ quello che sperimentiamo da una Confessione vera, è quello che sperimenta quel giovane. E come lui sperimentiamo che Dio non ci rimprovera (a volte lo fa qualche prete eccessivamente rigido), ma ci abbraccia (che bello l’altra sera alla veglia, ci siamo abbracciati tutti).
– Poi i bambini con i genitori faranno un gesto: andranno a ringraziare davanti al fonte battesimale. E’ il punto di partenza della nostra vita cristiana. Li abbiamo ricevuto una veste bianca, una candela accesa, cioè una vita buona, pulita e luminosa che il peccato sporca e spegne. La Confessione riaccende e purifica, rende di nuovo splendente la nostra vita. Chi non fa risplendere il proprio Battesimo con la Confessione, spesso, avrà una vita sempre brutta e spenta. Perché il peccato è così: abbruttisce e spegne la vita.
– In fine ci sarà la festa, come fu festa per quel FIGLIO PRODIGO, che ritorno dal Padre. Andremo tutti nella sala del Cinema per un piccolo simpatico rinfresco a vivere la gioia che portiamo nel cuore per aver ritrovato l’abbraccio di Dio Padre.
PERDONARE LE OFFESE, 5^ opera di misericordia, è proprio la diretta conseguenza di questo dono di Dio per noi. Lui ci perdona e così noi possiamo perdonare. Ma, come ci ricorda il PADRE NOSTRO, è necessario anche il contrario: perdonare le offese, apre le porte del nostro cuore al perdono di Dio. Con una mano do e con l’altra ricevo. E’ il passamano dell’amore e del perdono. Gesù lo ripete spesso in varie occasioni. La donna peccatrice, il dono da portare all’altare possibile solo se si perdona, il settanta volte sette, il perdono sulla croce. La vita di Gesù è tutta un perdono delle offese. La nostra non può essere diversa, non ci conviene sia diversa. Chi non perdona si trascinerà dietro continuamente il peso delle sue e delle altrui colpe. Nessuno di noi è senza peccato. Nessuno di noi può fare a meno del perdono.
Dio Padre misericordioso ce lo regala. Lo fa sempre, lo fa soprattutto nella Confessione. Rientriamo in noi stessi e rientriamo a casa di Dio. E’ bello, ci conviene, ci attende una festa. Non ce la perdiamo!