Omelia 7 maggio 2017

4^ DOMENICA DI PASQUA                                           07/05/2017

PASTORE E PECORE: STORIA DI VITA E D’AMORE

Un commentatore annota che “le pecore vivono grazie al pastore e i pastori vivono grazie alle pecore”. Mi è piaciuta molto questa frase, pensando al Vangelo di oggi che ci parla di PECORE, PASTORI, RECINTI e PORTE.

Gesù ci ha portato la vita, la sua vita, la Vita con la “v” maiuscola. Senza di lui noi non viviamo. Lui è la nostra vita, è per noi come l’aria che respiriamo, senza di Lui non troviamo pascolo, come pecore ci perdiamo nel deserto della vita, cadiamo nei burroni dell’egoismo, veniamo attaccati dai lupi del male. Lui ci guida, ci porta ai pascoli, ci difende, ci dà la vita in tanti modi.

Però ci ha fatto capire che anche Lui in un certo modo “dipende da noi”, perché tutta la sua vita ha senso solo perché è amore e dono. Un pastore vive perché le pecore gli danno il latte, la lana, qualche volta anche la carne. Lui vive grazie a noi, ma a un livello diverso: perché ci ama. Noi gli diamo qualcosa da amare, noi siamo l’oggetto del suo amore. Dio è amore e non può l’amore restare senza amato. In questo senso noi gli diamo vita in qualche modo.

Che bello è pensare a questo scambio di vita reciproca. Anche se, ovviamente, asimmetrica. Potremo così concludere che: dove c’è VITA c’è AMORE, e dove c’è AMORE, c’è DIO.

E, rovesciando il discorso, potremo anche dire che, se noi vogliamo VITA, dobbiamo chiedere AMORE e andare a cercarlo la dove c’è e da chi è AMORE, cioè in DIO e da DIO. E allora dobbiamo seguire il PASTORE, cercare la sua VOCE, impararla, riconoscerla e seguirla. Così avremo le due cose che desideriamo di più: VITA e AMORE.

Noi andiamo cercandole continuamente, ma spesso nei posti sbagliati e ci illudiamo e restiamo delusi, e cadiamo in depressione. E’ Dio che dobbiamo cercare, è Dio ciò che desideriamo di più, è in Dio che troviamo la VITA e l’AMORE di cui abbiamo fame, sete, desiderio.

Cerchiamo Lui e troveremo VITA e AMORE.

Non lasciamoci illudere dal resto. Non facciamoci rubare VITA e AMORE dalle scorciatoie, dai venditori di fumo. Dai LADRI e BRIGANTI. Non è con la “legittima difesa”, acquistando armi in quantità che avremo più vita, più amore, più sicurezza. Certamente i conti in banca di chi vende armi cresceranno, ma noi resteremo con le nostre paure e le nostre incertezze. Con, di più, il tremendo peso, magari, di una persona uccisa, fosse anche per “legittima difesa”, sia che sia giorno, sia che sia notte.

Ho citato prima 4 verbi. Ci possono aiutare a capire come e dove sentire questa VOCE, trovare la PORTA giusta, essere difesi dal RECITO giusto.

Innanzitutto la VOCE del PASTORE va cercata. Oggi è la GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI. Cercare la vocazione, significa pregare perché il Signore ci aiuti a capire la nostra strada. Significa mettersi in ascolto, significa dare tempo e silenzio a Dio perché la sua VOCE possa risuonare nel nostro cuore.

Poi la VOCE del PASTORE va imparata. Occorre abituarsi ad essa, essere fedeli, costanti. Non posso accontentarmi di sentirla una volta sola. Come una bella canzone, desidero sentirla e risentirla finché mi entra in testa e la conosco a memoria, ne conosco le parole e la musica.

Poi la VOCE del PASTORE va riconosciuta. Viviamo in mezzo a un frastuono di rumori, di proposte. Non si vede più solo i ragazzini in strada con le cuffiette, ma anche le persone adulte e anche qualche anziano. Non sappiamo più stare in silenzio, nemmeno in macchina, nemmeno facendo footing, dobbiamo sempre ascoltare qualcosa rischiando di non ascoltare e riconoscere Lui che ci parla e ci cerca

In fine la VOCE del PASTORE va seguita. Non serve a nulla cercare, imparare, riconoscere, se poi non seguiamo. Così come ha fatto PIETRO che abbiamo ascoltato nella prima e seconda lettura. Seguire il Signore, seguire la sua VOCE, seguire il Buon Pastore, significa credere e provare che la sua strada è meglio della mia, il suo amore è meglio del mio, la sua vita è meglio della mia. Crederci non a parole, ma con i fatti, con le scelte. E qui se non provi non credi. Oggi tanti ragazzi dicono di provare l’amore con la convivenza: è esattamente il contrario. L’amore si prova con la fiducia, con l’attesa, soprattutto con Dio. Solo in Dio l’amore diventa vero, diventa vita, diventa gioia, diventa felicità. Provare per credere e poi seguire, fino in fondo.