Omelia 6 dicembre 2015

II^ domenica di AVVENTO/C                                              6/12/2015

ACCOLTI E ACCOGLIENTI

Opera di misericordia: accogliere i forestieri

Nella prima lettura, il profeta Baruc, invita alla gioia dopo un tempo di lutto e tristezza: DEPONI LA VESTE DEL LUTTO E DELL’AFFLIZIONE E RIVESTITI DELLO SPLENDORE DELLA GLORIA e conclude DIO RICONDURRA’ ISRAELE CON GIOIA, perché sta per finire la prigionia dell’esilio. E questa notizia che sembra limitata alla sua epoca diventerà profezia, annuncio di una luce nuova per Israele di ogni epoca prima e per tutto il mondo poi: arriverà un Messia e DIO MOSTRERA’ IL TUO SPLENDORE A OGNI CREATURA SOTTO IL CIELO. Sarà come una luce che arriva da dentro, uno di noi, e sarà visibile a tutto il mondo, ma sarà anche un dono di Dio che come vestito ci avvolge dal difuori.

E noi ci riconosciamo facilmente l’annuncio della NASCITA DI GESU’, è lui il Messia, vero uomo – uno di noi – e vero Dio – dono suo –. Per noi ma anche per tutti come ci ricorderanno i MAGI e la STELLA, luce visibile per tutti i popoli della terra: avvolge tutta l’umanità, ma viene dal suo cuore profondo, la parte più umile e povera.

 

E infatti nel Vangelo abbiamo letto quella pagina che è l’anticipo del NATALE, del PRESEPIO (benedetto presepio che in questi giorni tutti hanno usato come un sasso per rompere i vetri delle opinioni altrui: che tristezza. Il presepio è di tutti, va rispettato, va accolto, mai imposto e ostentato). Un elenco degli uomini e dei posti importanti del tempo: l’impero romano e il suo imperatori, i piccoli re della Palestina del tempo, le autorità religiose… ma LA PAROLA DI DIO VENNE non su di loro, ma SU GIOVANNI NEL DESERTO: Dio non va dai potenti, ma inizia dai più poveri (E infatti il Papa ha iniziato l’Anno Santo da un paese poverissimo, il Centroafrica!).

In GIOVANNI BATTISTA, c’è tutto l’Antico Testamento, come riassunto e condensato a dire per l’ultima volta: ecco il Messa, ecco la promessa di Dio si realizza, l’Alleanza diventa definitiva, non più bisognosa di essere ripetuta. PREPARATE LA VIA DEL SIGNORE… OGNI UOMO VEDRA’ LA SALVEZZA DI DIO.

C’è ancora il doppio invito: l’impegno nostro a preparare il nostro cuore ad accogliere continuamente il Signore che viene e l’apertura a tutti, perché questo Salvatore non è solo per pochi, ma vuole raggiungere proprio tutti.

 

Dunque c’è una PAROLA straordinaria che risuona, quella DI DIO, che noi ogni domenica abbiamo la possibilità di riascoltare e di meditare. Anzi essa dovrebbe accompagnare ogni giorno la nostra vita, il DESERTO della nostra vita per portare acqua buona. Se non diamo acqua nel deserto non cresce nulla. Così è del nostro cuore, se non lo irrighiamo con la Parola rimane sterile!

Ci sono dei ripetitori come GIOVANNI BATTISTA, certo siamo noi sacerdoti, ma siamo tutti noi battezzati, chiamati a essere VOCE CHE GRIDA NEL DESERTO. La Parola di Dio non può restare chiusa nei nostri cuori, ma deve essere annunciata. Forse la fragilità della nostra fede e del nostro essere cristiani oggi è perché annunciamo poco la Parola di Dio ai fratelli. Parliamo di tutto, ma non di Dio.

C’è un impegno da mettere in campo: cosa sono le VIE, I BURRONI, I MONTI LE COLLINE che vanno raddrizzati, riempiti, abbassati? E’ la nostra vita quotidiana, con i suoi alti e bassi, da raddrizzare, riempire, abbassare con la CARITA’ (ecco le OPERE DI MISERICORDIA, oggi L’ACCOGLIENZA DELLO STRANIERO):

·        STRADE DA RADDRIZZARE possono essere i rapporti con le persone da basare sul rispetto e non sull’insulto e l’aggressione. Accoglienza è relazionarsi con tutti, misericordia è tentare di riaprire un contatto sempre, anche se sono stato ferito!

·        BURRONI DA RIEMPIRE possono essere le distanze tra le nostre idee diverse che non devono isolarci ma essere occasione di dialogo. Accoglienza è confrontarsi con tutti e su tutto senza paura, accettando di non pensare allo stesso modo.

·        MONTI DA ABBASSARE possono essere le tante differenze reciproche non da annullare ma da far diventare ricchezza da condividere. Accoglienza è gioire per la diversità dell’altro e mostrargli le mie originalità senza paura.

ACCOGLIERE I FORESTIERI significa ricordare che anche noi siamo forestieri per gli altri e lo è stato anche il Gesù del presepio! Dio ci ha fatto e ci vuole tutti fratelli, da Betlemme in poi è così!