Omelia 6 agosto 2017
|Trasfigurazione – Anno A 06/08/2017
TRASFIGURAZIONI
Interrompiamo il nostro percorso liturgico domenicale e dal capitolo 13 (le parabole del Regno), facciamo un salto in avanti al capitolo 17 dove ci viene raccontato questo episodio famoso che è la TRASFIGURAZIONE. Episodio così importante che Pietro nella sua seconda lettera lo ricorda con grande precisione e lucidità, come abbiamo appena letto.
Non c’è dubbio che rappresenti un momento importante, di grande incoraggiamento, un dono, un anticipo, una caparra, innanzitutto per i deboli discepoli, anche se i tre presenti sono i più autorevoli: GIACOMO GIOVANNI E PIETRO.
E non c’è dubbio che, come ogni messaggio evangelico, ciò che vale per i discepoli vale anche per noi!!
Certo subito potremo essere tentati di dire che: “fortunati i discepoli che hanno visto, ma noi non abbiamo visto”. E subito dobbiamo ricordare almeno due verità evangeliche importanti:
– Quella che Gesù ricorda a Tommaso: “beati quelli che crederanno senza aver visto” dando per sottointeso che non c’è un privilegio particolare a coloro che hanno “visto”, se non una responsabilità speciale, legata al fatto che loro compito era quello di iniziare (e quindi hanno ricevuto grazie speciali).
– La seconda verità è che tutto quanto vale per gli uditori di Gesù, in forma misteriosa vale anche per noi. Anche per noi ci sono “trasfigurazioni” sufficienti, basta saperle “vedere”, basta chiedere il dono di “vederle”, basta accogliere la “Grazia” che vuole aprirci gli occhi, così da non lasciarle passare invano.
Qualche esempio: Pensiamo ai campiscuola dei ragazzi, tanto attesi e desiderati, iniziative belle e affascinanti, dove viene data loro la possibilità di un’esperienza incredibile, con una forza che li spinge ad avere coraggio e a continuare il cammino con il gruppo tutto l’anno.
Pensiamo poi a quelle esperienze uniche e speciali che a tutti capitano prima o poi e che diventano “promessa” per il futuro: quando ti sei innamorato di tuo marito o di tua moglie, e da li è partita una storia che dura ancora oggi (la festa degli anniversari è una grande testimonianza), quando ti è nato un figlio, quando hai trovato il tuo ambito lavorativo sognato, quando hai fatto un’esperienza di carità che ti ha aperto il cuore con sorpresa…
Quante trasfigurazioni abbiamo tutti a disposizione e quanto a volte le trascuriamo, le dimentichiamo o semplicemente non ci accorgiamo.
Perché capita questo?
Alcune risposte ci possono essere suggerite dal Vangelo stesso.
1) GESU’ PRESE CON SE’… CONDUSSE IN DISPARTE. Ecco un primo indizio. Lasciarci prendere, affascinare da Gesù, e stare in disparte, in intimità con Lui. In questo tempo estivo dove in tanti abbiamo occasioni di gestire il tempo in modo più libero, lasciamo che anche in ferie ci sia tempo per Gesù. Attraverso l’arte magari, la natura, ovviamente anche con la preghiera, la meditazione. Lasciamoci prendere da Lui e non da altro o peggio dall’Altro!
2) APPARVERO MOSE’ ED ELIA… Cosa rappresentano? Essi “sono” l’Antico Testamento, fatto di Patriarchi (i primi libri) e di Profeti (la storia d’Israele). E’ la Parola di Dio che deve trovare spazio nella nostra vita. Gesù lo possiamo capire a partire da li. Ai due di Emmaus Gesù spiega le Scritture. Nel tempo estivo, tra le tante (o poche) letture, non manchi la Bibbia. Possa essere un libro sempre con noi (oggi anche nei cellulari!), e soprattutto dentro di noi…
3) FACCIAMO TRE CAPANNE… Questa in realtà è in negativo, è la tentazione, il voler “catturare” Dio, renderlo prigioniero. Capita quando esperienze belle ed eccezionali invece che essere lette come momenti per un rilancio, una ripartenza, un invio nella vita, un’uscita verso il mondo, diventano ripiegamento, chiusura, ideologia. Solo li c’è Dio, solo così posso essere con Lui e ci si blocca li. Un santuario, un esperienza mistica, un santone, a volte un’apparizione…
Concludiamo dunque con la rassicurazione: La NUBE LUMINOSA e la VOCE DALLA NUBE, sono la conferma per i discepoli e lo sono per noi. Nube e voce dicono mistero, dicono distanza così come Gesù invece ci dice rivelazione e vicinanza. Sono vere entrambe le dimensioni della fede. Dio è vicino e lontano insieme. Abbastanza vicino da darci incoraggiamento, abbastanza lontano da lasciarci liberi. E allora? Allora ecco il NON TEMETE, di Gesù che dice ALZATEVI E ANDIAMO… La fede è cammino. Sempre. Andiamo!