Omelia 30 agosto 2015
|22^ TO/B 30/08/2015
LABBRA E CUORE.
Nel corso di questo anno stiamo leggendo il Vangelo di Marco che insieme a Matteo e Luca forma i 3 Vangeli detti “sinottici”, possiamo dire “simili”. Ora alla lettura di Marco, che è il più breve (16 capitoli contro i 24 di Luca e i 28 di Matteo), viene aggiunta quà e là la lettura di parti di Giovanni. Nelle ultime 5 domeniche abbiamo infatti letto il 6° capitolo di Giovanni, detto “del Pane”. Oggi siamo tornati a Marco. Siamo al capitolo 7, ormai vicini alla svolta che porterà Gesù a decidere chiaramente di andare a Gerusalemme accettandone le conseguenze. Gesù da lì in poi si dedicherà prevalentemente ai discepoli e si dirigerà verso la sua Pasqua.
La questione di oggi riguarda le “regole di purificazione” che i DISCEPOLI non osservavanoPRENDENDO CIBO CON MANI IMPURE, CIOE’ NON LAVATE, di cui i FARISEI e SCRIBI si accorgono inorriditi. Gesù ormai sa che costoro non saranno/non vorranno accogliere il suo messaggio e Lui cambierà direzione.
E noi? da che parte stiamo?
Proviamo a vedere più in dettaglio questa pagina. Gesù conclude: QUESTO POPOLO MI ONORA CON LE LABBRA, MA IL SUO CUORE E’ LONTANO DA ME. Labbra e cuoresono le immagini che Gesù usa per mettere in luce ciò che è nascosto, spesso sepolto, nel nostri intimo (il cuore) e che non emerge nella vita (le labbra).
Ciò che veramente conta di più è la “vicinanza con Dio” una vicinanza non tanto a parole, le labbra, ma con la vita, il cuore appunto. Il cuore infatti non è semplicemente la sede dei sentimenti come lo consideriamo noi, ma la sede di tutto noi stessi, certo i sentimenti, ma non solo, li c’è tutto il nostro io, la nostra coscienza, il “noi stessi” più vero. Dio vuole il nostro cuore. Vuole abitare nel nostro cuore. Tutto il racconto sul “pane” delle domeniche scorse ha come obiettivo comune la familiarità con Dio, una familiarità frutto soprattutto di dono di Dio, necessaria alla nostra salvezza, ma sempre bisognosa di un si, di una risposta, di una presa in coscienza, una responsabilità.
E’ bellissima poi quella affermazione di Gesù che libera tutti gli alimenti e gli uomini dalla schiavitù delle leggi sulla purità: NON C’E’ NULLA FUORI DELL’UOMO CHE, ENTRANDO IN LUI, POSSA RENDERLO IMPURO. MA SONO LE COSE CHE ESCONO DALL’UOMO A RENDERLO IMPURO.
Tutta la realtà che ci circonda è “cosa buona”, è la nostra coscienza, siamo noi, che realizzamo propositi cattivi.
L’antidoto a questi veleni cattivi che non entrano in noi, ma nascono nel nostro cuore e avvelenando gli altri avvelenano noi, l’antidoto ce lo ricorda bene San Giacomo nella 2^ lettura, quando dice: ACCOGLIETE CON DOCILITA’ LA PAROLA CHE E’ STATA PIANTATA IN VOI E PUÒ PORTAVI SALVEZZA. E’ la Parola di Dio l’antidoto al maleche produciamo noi dentro di noi! La Parola contenuta nel Vangelo, nella Scrittura dell’Antico Testamento. La Parola contenuta nelle lettere come nel Vangelo e bisognosa di essere tirata fuori perché purifichi e doni libertà. Una Parola condensata poi nei Sacramenti, dove Dio stesso è presente in modo unico, misterioso, ma reale e si fa per noi vita nel Battesimo,perdono nella Confessione, pienezza di Spirito nella Confermazione, benedizione dell’amore umano nel Matrimonio, moltiplicazione dell’amore di Dio nel sacramento dell’Ordine,guarigione nell’Unzione degli infermi.
Quella Parola di cui dice Mosè nella prima lettura, dal Deuteronomio: NON AGGIUNGETE NULLA E NON TOGLIETE NULLA, MA OSSERVATE I COMANDI DEL SIGNORE.
Abbiamo un dono grande. Non lo dobbiamo inquinare con le nostre pretese di perfezione, con le nostre regole eccessive, con le nostre più o meno autentiche pratiche religiose per convincere o costringere in qualche modo Dio. Dio non ha bisogno di essere convinto. E’ chiaro che ci ama in modo incredibile. Caso mai siamo noi che dobbiamo interrogarci su quanto vero sia il nostro amore per Lui e per i fratelli, i due comandamenti irrinunciabili.
Tra le nostre LABBRA e il nostro CUORE si gioca la grande partita. Le labbra di Dio e il suo cuore sono un tutt’uno. Le nostre sono distanti tra loro: le labbra dal cuore e viceversa. Spesso amiamo a parole e non con il cuore. O se amiamo con il cuore spesso è un amore soffocato da mille parole inutili o bugiarde.
Aiutaci Signore ad amarti con cuore puro e labbra sincere. Sempre!