Omelia 3 aprile 2016
|Ottava di Pasqua (Tommaso e Misericordia) 3/4/2016 – Anno C
UN CUORE TRABOCCANTE D’AMORE MISERICORDIOSO
In questa pagina bellissima del Vangelo di Giovanni troviamo tutta la freschezza del Vangelo, insieme a tutta la fatica della fede.
La Pasqua qui si riflette e si moltiplica, come un raggio di sole sull’acqua dove le increspaturelo rendono moltiplicano mostrandone il fascino anche se esprimono una fragilità, unadebolezza che è simile a quella del nostro cuore.
C’è tutta la promessa di bene, di MISERICORDIA che oggi siamo chiamati per un duplice motivo a contemplare nel giorno Ottavo di Pasqua grazie a 2 Papi: San Giovanni Paolo II e Papa Francesco. Il primo infatti volle dedicare alla MISERICORDIA questo giorno, il secondo invece ha voluto dedicare alla MISERICORDIA un intero ANNO SANTO. Sono due espressioni concrete del cuore traboccante d’amore di Dio, che in Gesù sulla croce è stato aperto e ha cominciato a riversare il suo prezioso contenuto sul mondo, come una specie di “unzione” che il giorno di Pentecoste contempleremo in pienezza, come discesa dello Spirito d’amore sul mondo. Così mentre il mattino di Pasqua erano le donne che volevano ungere il corpo di Gesù, la SERA DI QUEL GIORNO, come abbiamo letto, è Gesù che “unge” l’umanità, la rende brillante della sua luce nuova, la arricchisce del suo amore vivo, la rinnova della sua vita risorta.
Nonostante le PORTE CHIUSE, e come non è difficile riconoscere le tante porte chiuse della storia, che sempre si rinnovano e non mancano e le porte chiuse nei nostri cuori, nelle nostre famiglie, nelle nostre parrocchie, nelle nostre nazioni… Quali sono le nostre oggi?
Nonostante i TIMORI e le paure dei DISCEPOLI, così come le nostre, quante paure nei nostri cuori fragili di credenti-non-tanto-credenti. Timori di esporci, timori di apparire cristiani troppo cristiani, timori di perdere le nostre sicurezze, timori di tanti tipi… Quali sono i nostri timori oggi?
Nonostante le nostre “assenze”, infatti TOMMASO NON ERA CON LORO. Quante volte non ci siamo, siamo da altre parti, il nostro cuore è altrove, la nostra volontà è attaccata ad altre sicurezze, la nostra vita è alla ricerca di altre salvezze e non quella di Gesù. Proviamo a pensare: “dove siamo davvero” in questa Pasqua?
Nonostante questo, per i discepoli e per noi, GESU’ VIENE E STA IN MEZZO a noi.
Gesù fa strada per noi, Lui il Risorto, continua a cercarci, come nel Giardino terrestre, quando Dio cerca Adamo.
Gesù continua a stare con noi, tra di noi, nonostante i nostri tentativi consapevoli e a volte inconsapevoli di sfrattarlo dalla nostra vita.
VIENE, RESTA, e DONA LA PACE. Si, per chi si lascia raggiungere da Gesù, perché lascia che Gesù abiti nel suo cuore, Lui dona Pace. Quel dono profondo e ampio, ben oltre quella degli uomini, che riempie e rasserena il cuore. Lo abbiamo sentito a Pasqua? Lo stiamo sentendo oggi? Lo sentiamo ogni domenica? Se siamo qui penso di si, non varrebbe la pena essere qui se non ci fosse almeno un poca di questa pace o almeno un poca di nostalgia di essa.
Una pace che diventa BEATITUDINE: BEATI QUELLI CHE NON HANNO VISTO E HANNO CREDUTO chiuderà la pagina Gesù davanti all’incredulo TOMMASO. Il Vangelo siapre (le BEATITUDINI DI MATTEO) e si chiude con una promessa di BEATITUDINE fatta a tutti dopo l’esperienza di Tommaso.
Nonostante TOMMASO E LA SUA INCREDULITA’, che è l’incredulità di ogni epoca e di ogni uomo. Certo la nostra epoca è particolarmente incredula (SE NON VEDO E NON TOCCO NON CREDO), ma anche per noi, per la nostra epoca, Gesù VIENE e TORNA, OTTO GIORNI DOPO, quando I DISCEPOLI ERANO DI NUOVO IN CASA E C’ERA TOMMASO.
E qui veniamo a conoscere due condizioni fondamentali per incontrare la PACE e la BEATITUDINE del RISORTO:
– essere insieme (tutti i discepoli)
– esserci in casa (un luogo preciso e concreto)
Sono le condizioni fondamentali per essere CHIESA come anche per essere famiglia (non a caso piccola chiesa). Dove c’è la CHIESA, cioè dove i credenti sono insieme nella stessa casa e sanno stare insieme nello stesso luogo (concretamente), allora li il RISORTO viene e dona la sua PACE e la sua BEATITUDINE. Così accade in famiglia (per questo vale la pena il matrimonio e quello cristiano in particolare).
Chiediamoci noi cosa crediamo? Chiediamoci: noi cosa desideriamo? Chiediamoci: noi cosasperiamo?
Se crediamo, desideriamo, speriamo insieme, il RISORTO verrà e donerà PACE e BEATITUDINE. A me interessa. E a te?