Omelia 28 maggio 2017

Ascensione/Anno A                                                                  28/05/2017

 

APPUNTAMENTI IMPORTANTI

 

La festa dell’ASCENSIONE DI GESU’ AL CIELO, pur con il suo carico di mistero, potremo definirla un APPUNTAMENTO con la SPERANZA. Come sappiamo, lo abbiamo anche sentito da Gesù stesso nei Vangeli feriali dei giorni scorsi, Lui “va per restare!”. Sembra un controsenso, ma sappiamo che è così. La sua presenza “fisica”, in GESU’ (Dio incarnato, morto e risorto), si conclude, si compie, tornando nella piena comunione con il Padre, per lasciare campo libero, per inviare, per “tornare” con la presenza “spirituale” nella terza “persona” della Trinità che è lo SPIRITO SANTO.

Ecco dunque la festa di oggi, tappa necessaria verso la Pentecoste, verso quel “non vi lascerò soli, orfani”, che solo la Pentecoste realizzerà per sempre, di generazione in generazione e che nei Sacramenti trova la sua espressione particolare e personale in ognuno di noi.

La scena vede UNDICI I DISCEPOLI che VANNO IN GALILEA SUL MONTE. Intanto notiamo l’obbedienza dei DISCEPOLI che vanno la dove aveva INDICATO GESU’: obbedire al Maestro è una delle condizioni per accedere al mistero di Dio che tutti, sempre, dobbiamo riscoprire.

E subito abbiamo 3 INDICAZIONI importanti:

1) Protagonisti sono gli UNDICI, rappresentano una umanità incompleta, con le sue fragilità, siamo noi, così come siamo, invitati a questo appuntamento epocale. Noi con i nostri limiti, con le cattiverie e le brutture di cui siamo capaci (e l’attentato di Manchester è solo l’ennesima brutale prova). Quanto abbiamo bisogno di essere presi per mano, innalzati, portati oltre, perché da soli non siamo capaci…

2) Poi c’è la GALILEA, che è il confine di Israele, la zona mista, grigia, abitata da tante genti diverse. Gesù ci dà appuntamento li, non altrove. Gesù vuole mescolarsi e vuole che ci mescoliamo con tutta l’umanità. Non c’è nessuno, più nessuno, che possa arrogarsi il diritto del primato di Dio. E se c’è, come c’è, una profezia nel fenomeno migratorio (che, ci piaccia o no, durerà a lungo) è proprio questa: vuoi incontrare Gesù? Mescolati con gli stranieri! I diversi da te! Accoglili. Perché? Perché ci ricordano una verità fondamentale: siamo tutti fratelli, figli dello stesso Padre. Anche se abbiamo religioni differenti, colori di pelle differenti, tutti abbiamo la medesima dignità e quindi  diritto a cercare una vita migliore. Chi siamo noi per giudicarci degni di vivere meglio di loro? Gesù chiede anche a noi di andare in GALILEA.

3) In fine il MONTE, il luogo dell’appuntamento. E’ il massimo della vicinanza a Dio che umanamente possiamo raggiungere. Indicazione fisica, ma anche indicazione mistica. E’ poco, ma quel poco di elevazione che possiamo avere da noi stessi, quel poco di avvicinamento a Dio, lo dobbiamo fare. Come? Con la preghiera e la carità (segno di amore a Dio la prima, fatta poi anche di Parola e Sacramenti, e di amore prossimo la seconda), sono i 2 “monti” a nostra disposizione con cui possiamo e dobbiamo avvicinarci a Lui. Facciamolo senza perdere tempo.

E’ un appuntamento al quale non possiamo mancare! C’è un TESORO, un BATTESIMO ricevuti e sempre da ricevere. C’è un COMPITO da svolgere che non attende, che non ammette ritardi: ANDATE DUNQUE E FATE DISCEPOLI TUTTI I POPOLI BATTEZZANDOLI… E INSEGNANDO LORO A OSSERVARE CIO’ CHE VI HO COMANDATO… E in fine la promessa: IO SONO CON VOI TUTTI I GIORNI, FINO ALLA FINE DEL MONDO.

C’è stata un’epoca in cui pensavamo di dove costringere tutti al battesimo all’osservanza dei comandamenti. Anche oggi c’è molta gente religiosa che la pensa così e non ammette mezze misure.

Oggi abbiamo capito meglio. Non è più da obbligare nulla a nessuno, quanto piuttosto di proporre tutto il Vangelo a tutti, con le parole e soprattutto con l’esempio. Senza paura, ma anche senza aspettarsi nulla in cambio e senza fare calcoli sui risultati.

Ne siamo consapevoli? Siam pronti? Siamo convinti? Onestamente dobbiamo rispondere con un sincero “no”. Né consapevoli, né pronti, né convinti. Per questo il Papa e i Vescovi ci invitano a metterci in CAMMINO, è il CAMMINO SINODALE, insieme, per andare, sempre dobbiamo farlo senza mai stancarci, alle nostre GALILEE e ai MONTI dove GESU’ ci dà appuntamento e ci attende. Senza paura di non avere i numeri giusti e sufficienti, gli UNDICI non lo erano di certo. E chi lo deve fare? Tutti, ma soprattutto noi ADULTI.

Ma ogni cammino ha bisogno di un primo passo. Facciamolo!!