Omelia 28 febbraio 2016

3^ T.Q./C (Il fico sterile & c.)                                             28/2/2016

DIO E’ PAZIENTE E NOI?

Leggiamo queste letture e questa 3^ domenica di Quaresima a partire dalla 6^ opera di Misericordia spirituale: SOPPORTARE PAZIENTEMENTE LE PERSONE MOLESTE.

Chi sono le PERSONE MOLESTE? Certamente ognuno di noi potrebbe fare il suo elenco, ma penso che più interessante ancora è il riconoscere che ognuno di noi è “PERSONA MOLESTA” innanzitutto lo è nei confronti di Dio.

E non c’è dubbio che il primo grande PAZIENTE è Dio stesso e lo è verso ognuno di noi! E come sempre ciò che Dio fa con noi, gratuitamente, ci chiede di farlo ai nostro fratelli con la stessa generosità. Ognuno di noi deve essere sempre e comunque PAZIENTE (uno dei peccati che i genitori confessano più spesso è l’aver perso la pazienza verso i figli. I figli non lo confessano mai!).

 

La storia della Salvezza, la storia della Bibbia, la storia di Dio con l’uomo la possiamo leggere come una grande storia di pazienza.

 

Già MOSE’ obbliga Dio e poi se stesso ad una grande pazienza. Nella prima lettura, l’Esodo, il grande episodio del ROVETO ARDENTE. Un Dio che arde per MOSE’, per noi, senza consumarsi esprime questa grande pazienza verso gli uomini, che non si consuma. Eppure già MOSE’ aveva dato prova dell’esatto contrario, non si sarebbe meritato molto: Impazientemente aveva ucciso un egiziano, impazientemente aveva pensato di poter risolvere i problemi della sua comunità litigiosa e si era trovato esiliato e isolato nel deserto.

E se andiamo a vedere come si presenta Dio: IL DIO DI ABRAMO, ISACCO, GIACOBBE, cosa troviamo se non un Dio che ha tanta pazienza con l’uomo. E MOSE’ sarà trasformato da Dio, da uomo impaziente diventa un campione di pazienza. Dovrà infatti pazientare continuamente con quel popolo sempre impaziente verso Dio.

 

E di cosa parla San Paolo nella seconda lettura, ai Corinzi, se non della PAZIENZA DI DIO quando elenca con insistenza e meticolosità tutte le situazioni dove Dio si è fatto presente, appunto con pazienza, con TUTTI: SOTTO LA NUBE, ATTRAVERSANDO IL MARE, NEL BATTESIMO IN RAPPORTO A MOSE’, NEL MANGIARE IL CIBO SPIRITUALE, NEL BERE LA BEVANDA SPIRITUALE. E poi nel presentare CRISTO COME ROCCIA SPIRITUALE CHE ACCOMPAGNAVA IL POPOLO. Quanta pazienza Dio ha usato con il suo popolo, sembra dire Paolo. Certo la conclusione con la citazione dello STERMINIO sembra smentire questa lettura sulla “PAZIENZA”, ma se pensiamo all’Antico Testamento come al “grande insegnamento” sappiamo bene, ce lo ricorda anche PAOLO stesso, che anche questi “castighi di Dio” sono espressione della sua paziente pedagogia, opera educativa per ogni generazione. Una pazienza di Dio che è insieme illimitata e limitata insieme:

– Illimitata nella misura del cuore di Dio.

– Limitata nella misura del cuore dell’uomo.

 

Questa pazienza illimitata e limitata insieme la troviamo così anche nel Vangelo con quel FICO STERILE che il padrone voleva tagliare e che il VIGNAIOLO invece, con pazienza chiede di ZAPPARE, CONCIMARE PER UN ANNO e, solo dopo, TAGLIARE.

Una pazienza, quella di Dio, che nella croce di Gesù mostrerà il suo volto illimitato verso l’uomo, tutto l’uomo e tutti gli uomini. Una pazienza illimitata che va oltre la cronaca, nella quale siamo facilmente tentati di pensare al contrario. I GALILEI UCCISI DA PILATO e i DICIOTTO MORTI SOTTO LA TORRE, non sono espressione di un Dio che ha finito la pazienza, come spesso ci viene da pensare, mascherando una conclusione tutto sommato comoda, una scorciatoia. Un Dio che castiga è “facile” da capire, ma è anche facile da rifiutare, tutto sommato non è scomodo, è molto umano, è prevedibile, lo puoi dominare, calmare.

Il Dio di Gesù Cristo è scomodo perché perdona, perché è paziente, “lento all’ira e ricco di misericordia” dicono i Salmi. Un Dio che ti dà sempre nuove possibilità, che ti invita continuamente a convertirti, a cambiare, a tornare a casa Sua. Ti obbliga a prendere posizione, che non ti permette di stare fermo, di accontentarti. Non è di destra: ti chiede infatti di accogliere i disperati che fuggono da guerre e miseria, senza distinzioni. Non è di sinistra: ti chiede di difendere la famiglia tra l’uomo e la donna culla dell’amore e della vita, senza condannare le persone che la pensano diversamente.

Dio è così, è paziente verso tutti. Noi a che punto siamo?