Omelia 27 dicembre 2015

SANTA FAMIGLIA – Anno C                                        27/12/2015

I TRE DONI DEL NATALE

Dopo il Natale la liturgia ci propone sempre di meditare attorno alla SANTA FAMIGLIA, quasi di sostare davanti al presepio perché la ricchezza e il dono di Dio possa imprimersi sempre di più nella nostra memoria e nel nostro cuore.

E contemplando la Santa Famiglia, impariamo e assimiliamo almeno tre doni grandi e importanti per la nostra vita quotidiana.

Il PRIMO DONO è GESU’ BAMBINO stesso, il FIGLIO DI DIO, fatto uomo, incarnato, cioè disceso sulla terra, immerso nella nostra vita fino in fondo, il rifermento per ogni uomo. Un grande e meraviglioso scambio lo chiamavano i grandi padri della Chiesa. È il mistero del Natale, l’inizio di ciò che si compirà a Pasqua e con l’Epifania prima e la Pentecoste poi, sarà rivelato a tutte le genti. In Lui figlio, ci ricorda San Giovanni anche noi SIAMO FIGLI DI DIO. Lui come noi, noi come Lui. Nel “logo” del Giubileo questo mistero è ben rappresentato da Adamo sulle spalle di Gesù che condividono un occhio, a dire che sono carne della stessa carne. Gesù ci vede come vediamo noi, vede il nostro punto di vista. Ma è venuto per portarci sulle sue spalle perché facciamo fatica a camminare, anzi, da soli non siamo capaci di camminare. Il peccato è stato come uno sgambetto ed è come se si fossero fratturate le gambe, che sono ora ingessate dopo il Battesimo, ma pur sempre fratturate.

Il SECONDO DONO è la FAMIGLIA, un progetto di riferimento per tutti. La Santa Famiglia è innanzitutto una famiglia. E’ un dono grande la famiglia, è un dono per tutta l’umanità. Certo non è solo il legame di sangue che fa la famiglia, ma non c’è dubbio che la cellula base, l’esperienza fondamentale è rappresentata dall’amore di un uomo e una donna, che come GIUSEPPE e MARIA, si amano, si donano l’uno all’altra per volere di Dio. E questo amore riempie l’uno e l’altra. Un dono però che da soli non riusciamo a concretizzare fino in fondo, ad aprire fino in fondo. Ecco il sacramento: quella “benedizione” speciale che rende presente nel cuore degli sposi l’amore di Gesù, l’amore di Dio, quell’amore che Gesù ci ha mostrato amando gli uomini, amando la Chiesa. E solo il suo amore è capace di aprire fino in fondo l’amore di un uomo e una donna. Il sacramento del Matrimonio è per amare di più, non di meno. E’ per scoprire fino in fondo quel dono d’amore che Dio ci ha fatto facendoci MASCHIO e FEMMINA, perché ci si incontrasse, ci si amasse, ci si completasse l’un l’altro, si diventasse fecondi. Certo ci sono tanti altri modi di amare, ma uno solo “fa” famiglia. Noi rispettiamo tutti gli infiniti modi di amare, ma custodire la famiglia costituita da un uomo e una donna aperti alla vita, significa investire sul futuro nostro e di tutta la società e l’umanità. A quando in Italia una vera politica economica basata sulla famiglia? Che sostenga il fare famiglia dei giovani. Che renda la famiglia il perno dell’economia. Solo con famiglie stabili e serene, e aiutate ad essere stabili e serene c’è progresso, c’è stabilità, c’è felicità. Chi rompe o favorisce il rompere della famiglia oltre che andare contro Dio va contro il bene della società e questo lo dicono anche fior di economisti. Politici e imprenditori che non sostenete la famiglia, il Signore vi chiederà conto. Quando non avete permesso orari dignitosi, quando avete impedito ai giovani di sposarsi o di fare dei figli. Sarete giudicati e trovati colpevoli e sarà pesante la richiesta che Dio vi farà!

Il TERZO DONO sono proprio i FIGLI dono per il futuro. Figli da desiderare e non pretendere, figli da cercare con generosità e disponibilità, ma senza superare i limiti che ne fanno un prodotto da fabbricare. Va bene la scienza medica, ma solo fino al punto che non diminuisce l’umanità di mamma, papà e bambino. E poi figli da educare, nella difficile arte dell’educare di cui anche GIUSEPPE e MARIA ebbero a patire con GESU DODICENNE. Educare è una sfida sempre, oggi forse più di ieri. Ma è fondamentale. E’ mantenere la promessa di bene fatta quando abbiamo donato la vita, chi comegenitore, chi come comunità cristiana e come comunità civile. Tutti abbiamo il dovere e la necessità di educare, anche se è difficile soprattutto perché noi adulti ci siamo allontanati gli uni dagli altri e da unriferimento comune di valori e di etica sia di tipo civile che religiosa. Torniamo a parlarci tra adulti per poter parlare con i nostri figli e i giovani. Loro, anche se non lo dicono o lo dicono in modo maldestro o antipatico ci cercano, ci chiedono una indicazione sul futuro e si arrabbiano perché noi il futuro non glielo consegniamo ma ce lo teniamo per noi.

Ecco dunque i tre doni che il NATALE ci consegna a tutti:

1.      un riferimento certo: GESU’ CRISTO, il FIGLIO DI DIO.

2.      un progetto: la FAMIGLIA culla di ogni amore;

3.      un futuro per tutti: la SALVEZZA.

Cerchiamoli perché ci sono! Custodiamoli perché non sono indistruttibili! Non perdiamoli perché sono preziosi!