Omelia 26 luglio 2015

17^ TO/B                                                                             26/07/2015

 

UN PANE PER LO STOMACO E UNO PER LO SPIRITO

 

Ancora una volta c’è una FOLLA che SEGUE GESU’ ad essere protagonista anche in questa domenica, come domenica scorsa. Anche li ci siamo tutti. Siamo alla ricerca sempre di qualcuno che ci dia da mangiare e che riempia il nostro cuore.  Ma c’è sempre un MARE da attraversare per arrivare là dove si spera ci sia da mangiare.

La folla di Gesù ha davanti il MARE DI GALIELA. Le folle dell’Africa e di certi paesi del Medio Oriente hanno davanti il Mare Mediterraneo. E noi che mare abbiamo?

Si perché non c’è solo fame di pane. Ci sono tanti tipi di fame. Ma tutte ci portano a cercare cibo, cercare senso, cercare felicità. E tutte ci portano a migrare, a cambiare, a camminare, ad andare oltre.

 

Dice Paolo in modo molto efficace: UN SOLO CORPO, UN SOLO SPIRITO, UNA SOLA E’ LA SPERANZA…UN SOLO SIGNORE, UNA SOLA FEDE, UN SOLO BATTESIMO, UN SOLO DIO E PADRE DI TUTTI. Ecco l’Unico che può saziare la nostra fame, ogni fame. E’ quell’Unico che la FOLLA vede in Gesù e lo cerca. E’ l’Unico che possa davvero riempire, saziare tutti i nostri tipi di fame.

Ma c’è un ordine inevitabile.

Se il corpo ha fame, è questa la prima fame a cui occorre rispondere. Solo dopo possiamo passare alla fame del cuore e dello spirito.

Resta però vero che alla fine però ogni tipo di fame mette in viaggio le persone. Chi attraversa il mare per cercare pane da mangiare, chi attraversa il mare per andare a fare viaggi esotici cercando di placare la fame di felicità che porta dentro.

 

Il miracolo di Gesù ci parla e risponde a tutti e due i tipi di fame. La fame del corpo e la fame del cuore e spirito.

Mentre compie il miracolo del pane, egli anticipa il miracolo dell’Eucaristia. E ne anticipa alcuni punti essenziali:

–          Il piccolo per il grande: C’E’ QUI UN RAGAZZO…

–          Il poco per il molto: CINQUE PANI E DUE PESCI…

–          La gratitudine verso il Padre celeste: AVER RESO GRAZIE

–          La condivisione contro la moltiplicazione: DIEDE LORO.

Gesù saziando lo stomaco (prima fame) apre la strada per un’altra sazietà. Appena lo stomaco si placa infatti si fa sentire quasi subito l’altra fame, quella del cuore e dello spirito, quella del senso.

NAVI MILITARI, MURI, CENTRI DI RACCOLTA, non fermano la fame dello stomaco, ma nemmeno fermano la fame del cuore e dello spirito. Noi pensiamo di difenderci così, di non sentire i morsi della fame. Ma se può essere che per un poco possiamo sentirci al sicuro circa le nostre scorte di cibo, certamente non lo siamo per quanto riguarda l’altro cibo, quello destinato al cuore e allo spirito.

Non ci sono celle frigo capaci di mantenere questo cibo, non ci sono supermercati che lo vendono. Il cibo che l’Eucaristia ci mostra e che in questo miracolo Gesù anticipa, parla di dono, di gratuità, di condivisione, di piccolezza, di debolezza. Parla di solidarietà, parla di amore, sono questi le celle frigo o i supermercati dove trovare questo cibo.

Solidarietà e carità/amore sono merce rara, merce preziosa, merce che noi non riusciamo da soli a costruire. GESU’ SI RITIRO’ DI NUOVO SUL MONTE, LUI DA SOLO. Gesù sale in montagna non tanto per trovare il fresco, ma per trovare il Padre. E’ da Dio che viene donata quella merce pregiata: la solidarietà e la carità/amore.

Per questo ci lascia l’Eucaristia, come rifornimento perenne d’amore e di solidarietà. Solo così noi possiamo avere sempre gli scaffali nelle nostre dispense. Ma attenzione, non basta “fare la Comunione”, bisogna anche “vivere la Comunione”, esserne degni nel senso non tanto di essere purificati, ma soprattutto del prenderla sul serio.

COMPORTATEVI IN MANIERA DEGNA DELLA CHIAMATA CHE AVETE RICEVUTO dice San Paolo, possiamo aggiungere, “dell’Eucaristia che avete mangiato”. Fare la Comunione e non vivere il Vangelo della solidarietà e della carità è come “mangiare la propria condanna” dirà in un altro passo molto duro San Paolo.

Se lo stomaco del mio fratello è vuoto, io non posso essere tranquillo. Se il mio cuore/spirito è egoista, io non posso essere tranquillo.

Come Gesù, anche noi, cerchiamo di saziare l’uno e l’altro: stomaco e cuore/spirito. Efacciamolo insieme, è l’unico modo. Se lo faremo accadrà anche per noi il miracolo: il pane basterà per tutti, sia quello dello stomaco, sia quello del cuore/spirito. E saremo tutti saziati.