Omelia 24 maggio 2015

Tempo di Pasqua-Pentecoste/Anno B                                24/05/2015

La Risalita battesimale

Cercando un’immagine che rendesse l’idea della Pentecoste mi sono venuti in mente i “fuochi d’artificio”. Se la Pasqua è l’esplosione di luce e colori, la Pentecoste ne è la ricaduta colorata e ampia sulla terra. La forza, la novità, la bellezza di Gesù risorto, ricadono e avvolgono tutti noi con la Pentecoste e lo SPIRITO SANTO. Nel racconto della prima lettura, ne ritroviamo anche il simbolocon LINGUE DI FUOCO CHE SI POSARONO SU CIASCUNO DEGLI APOSTOLI.

Lo SPIRITO SANTO che celebriamo a Pentecoste avvolge tutta la nostra vita, a partire proprio dal Battesimo, dove siamo stati immersi nella vita di Dio, di Gesù risorto proprio grazie allo Spirito Santo.

Ma perché?

Perché, come i discepoli, anche noi possiamo USCIRE e PARLARE IN TUTTE LE LINGUE. Perché il Vangelo di Gesù, la sua buona notizia non resti chiusa nel Cenacolo, ma esca e tutti la possano ascoltare. Così anche noi idealmente oggi “usciamo” dalla nostra chiesa. In realtà lo facciamo sempre. Usciamo però per mostrare Gesù. Celebrare la Messa “fuori” oggi e durante tutto il MESE DI MAGGIO, significa ricordarci che siamo perennemente a Pentecoste, che siamo noi i co-protagonisti della Pentecoste oggi. Dirci e ridirci che senza di noi lo SPIRITO SANTO, la potenza di GESU’ RISORTO resterebbero muti e invisibili. Non per mancanza di potenza divina, ma per carenza di disponibilità umana.

Occorre che onestamente ci diciamo che troppe volte le nostre Messe restano CHIUSE e MUTE. O per lo meno restano troppo “chiuse” e “mute”, non riusciamo, non sappiamo, non vogliamo, magari non ci accorgiamo, che il dono ricevuto a Messa, la Pentecoste che ad ogni Messa ci viene rinnovata, chiede di essere esportata, portata fuori. L’esplosione di risurrezione, di novità che Dio è e si rivela a Messa, come i fuochi d’artificio, non è per noi, per il nostro godimento, ma per uscire, per illuminare tutti, per rallegrare, per generare speranza, per essere un invito a tutti (solo così sarà anche per noi!!!).

Se nessuno ci chiede dove sei andato oggi, se nessuno ci interroga su ciò che abbiamo fatto, detto e vissuto in chiesa, se nessuno si accorge che qualcosa è capitato in noi per il fatto che ogni domenica veniamo qui e da qui ripartiamo. Allora facciamoci un esame di coscienza. Chiediamoci che fine ha fatto il nostro Battesimo, la nostra Cresima, le tante Eucaristia a cui abbiamo partecipato, le tante (o poche?) Confessioni che abbiamo vissuto.

San Paolo nella seconda lettura ci dà un criterio immediato ed efficace, come un TERMOMETRO, per misurare lo stato di salute della nostra fede: vedere quali OPERE o quali FRUTTI ci sono nella nostra vita.

Se prevalgono le OPERE DELLA CARNE, e oggi sono sempre di più pubblicizzate come la fonte della felicità, allora siamo fuori strada. Chi segue le opere della carne proverà un piacere immediato che però nasconde il veleno dell’egoismo, ti chiude piano piano nella prigione dell’egocentrismo, del pensare tutto per te, la solitudine mortale di chi “pensa per sé” e invece che “fare per tre”, muore da solo.

I FRUTTI DELLO SPIRITO invece sono impegnativi, certo, sono poco di moda, certo, ma sonopromesse mantenute, sono la fonte della vera gioia, essi infatti non chiudono ma aprono, non bloccano, ma mettono in moto, non implodono, ma esplodono: AMORE, GIOIA, PACE, MAGNANIMITA’, BENEVOLENZA, BONTA’, FEDELTA’, MITEZZA, DOMINIO DI SE’. Chi vive così, pensamoci, non è vero che ci attira, ci piace, ci migliora, ci fa essere così anche noi? Lo SPIRITO SANTO ci spinge così. Se siamo cristiani dobbiamo essere così (anche se mai al 100%) e chi è così è cristiano (anche se non lo sa).

Oggi che chiudiamo quella parte ordinaria dell’ANNO PASTORALE, ringraziamo il Signore perché tra noi in tanti cerchiamo di vivere così. Forse non sempre ci siamo riusciti abbastanza, ma credo chetutti ci abbiamo provato. Chiediamo al Signore il suo SPIRITO, chiediamo l’aiuto di MARIA, come stiamo facendo ogni sera, per continuare sempre di più ad essere così. Per essere portatori sani di FRUTTI DELLO SPIRITO, perché tali frutti, rendendo bella la nostra vita, rendano bella la Chiesa e tanti, tutti, possano sentire l’irresistibile fascino di Gesù e della sua Chiesa e chiederne di fare parte:Chiesa tra le case, dove i frutti buoni dello SPIRITO possano entrare in ogni vita.