Omelia 22 gennaio 2017

3^ TO/C                                                                           22/01/2017

TUTTI A CAFARNAO

 

Di ritorno dagli Esercizi spirituali (vi ho ricordato nella preghiera), leggo questo Vangelo e mi sento molto in sintonia. E’ Gesù che “parte”, inizia il suo ministero e rientrando dagli Esercizi (come da una vacanza e un po’ lo è per il corpo e lo spirito: chi va a sciare e chi va a pregare… Un consiglio: provateci ogni tanto) è come ripartire.

Seguendo Gesù troviamo alcune cose che ci parlano, sempre e oggi.

Innanzitutto Gesù va a CAFARNAO, era un paesetto in riva al lago di Tiberiade, li Pietro e i suoi compagni avevano la loro piccola cooperativa di pesca. Era un paesetto situato al confine con le terre straniere. ZABULON E NEFATALI sono le l’ultimo territorio di Israele a nord. Poco più in là c’era già territorio straniero, la GALILEA DELLE GENTI appunto (Galilea è il territorio d’Israele più lontano dal centro).

Questo particolare mi attira. Gesù comincia il suo miniestro in “periferia” come direbbe Papa Francesco. Non va a Gerusalemme, il centro. Perché?

In questi giorno mentre ero a Crespano mi è venuta questa immagine: in questi giorni per noi di bel tempo (ahimè non per tutta Italia!), c’erano delle albe bellissime, vedere il sole che sorgeva in lontananza sulla pianura, verso il mare, o dietro la sottile striscia di nuvole dell’orizzonte. E’ molto bello, attira la curiosità. Eppure il sole è bello tutto il giorno, ma difficilmente uno è sorpreso e affascinato dal sole durante il giorno. E’ quando dal buio vedi quel poco di luce che attira.

Così è per Gesù: va ai margini, dove non c’è luce, cioè la fede, dove la vita è caratterizzata dalla corsa e dalla fatica del lavoro, del commercio, dalla presenza di tante popolazioni diversi, le carovane, le barche della pesca. Insomma la vita con i suoi “chiaro-scuri”, tanti “scuri” e i pochi “chiari” spesso.

Ma è li, è in quella condizione che basta poca luce per vedere. E Gesù, che è la luce, ma è ancora piccola, nascosta, va dove c’è buio e li la luce viene notata. Dove essa manca viene apprezzata. Cercata, Ammirata. Desiderata. Sognata. Vista da lontano!!

Così è per la fede. E’ dove non c’è, dove manca, o dove è ferita o sembra spenta oppure offuscata (e qui non posso non ricordare la drammatica situazione che stiamo vivendo come Chiesa a causa del “buio di fede” di alcuni fratelli preti – ho pubblicato sul foglietto stralci della bella lettera del Vescovo di Padova – che danno proprio questa impressione di buio e ne soffriamo tutti, ne dobbiamo soffrire tutti e, pur chiedendo giustizia, non dobbiamo criticare banalmente, o sentirci superiori o spegnere la misericordia), dove è buio, è li che l’umanità ha più bisogno di luce, di speranza, di sogno e fascino.

E Gesù vuole ed è questo per noi, per questa nostra umanità ferita, indaffarata, affaticata, come quelli di CAFARNAO (penso ai nostri paesi, alle nostre fabbriche, a quelle in crisi, ma anche a quelle che corrono perché hanno imprenditori e dipendenti bravi, ma a volte anche perché hanno imprenditori o dipendenti furbi, troppo).

Abbiamo bisogno di te Gesù. Abbiamo bisogno della tua Parola di speranza, della tua luce, del tuo Vangelo.

E tu chiede il nostro aiuto: VIDE DUE FRATELLI… E DISSE VENITE DIETRO A ME… Uomini fragili, deboli, normali. Dio realizza il miracolo della fede e della speranza, con noi. Questo mi affascina e questo continua. Questa è l’alba che affascina e continua.

 

Mercoledì avremo un Consiglio Pastorale importante. Penso possa essere uno SPARTIACQUE. Due temi all’ordine del giorno ci riportano al sapore di questa pagina di Vangelo: con i MURI dell’oratorio rinnovati, ora ci sono le PERSONE da rinnovare. Ma per fare questo serve GESU’ e il suo VANGELO. Parleremo di 2 cose concrete: l’associazione “NOI” e la proposta diocesana de “Il Vangelo nelle case”, ci parlano dell’uomo nuovo che siamo chiamati a costruire, un’alba nuova dentro di noi e attorno a noi. L’oratorio è come CAFARNAO, ma occorre aprire le porte a Gesù e al suo Vangelo. Se lo faremo avremo accolto l’alba.

Vi aspetto. Pieni di voglia di alba, di luce, di Vangelo. In quanti saremo? Non importa. Ma spero tanti.

Giovedì con la Preghiera comunitaria pregheremo anche per questo. E Domenica con l’inaugurazione festeggeremo per questo. Ma quello che conta è Gesù: lui viene ancora, viene sempre, noi ci saremo?