Omelia 2 ottobre 2016
|XXVII TO/C 02/10/2016
SI VIVE DI FEDE
Non c’è dubbio che la FEDE sia uno degli argomenti principali della Parola di Dio oggi. All’inizio dell’anno pastorale è un tema che ci provoca, perché ci invita a guardare al nostro cuore e a chiederci cosa ci muove veramente, quale è la forza, la motivazione che ci spinge ad essere cristiani e ad esserlo anche se in modo sempre più minoritario.
Significa chiederci come mai alla domenica veniamo in chiesa, quando gran parte della gente non lo fa più (e tutto sommato vive bene), come mai siamo disponibili in parrocchia, visto che abbiamo tanti altri impegni, ecc…
Una delle possibili risposte potrebbe essere proprio: PERCHE’ ABBIAMO FEDE, perché credo, perché sono un credente!
Ma cos’è la fede? Come è fatta? O come dovrebbe essere?
Una prima risposta ci viene dal Profeta ABACUC, che in un periodo di crisi di fede del popolo, vede arrivare nemici e invasori, punizione di Dio, e si chiede fino a quando… E Dio gli assicura un TERMINE, senza però indicarglielo e invita IL GIUSTO A VIVERE DI FEDE.
Fede dunque come fiducia profonda e radicale in un Dio che prenderà le nostre difese, che non ci lascia in mano ai nemici, che pone un limite e un termine al loro potere, anche se questo termine non ci è noto, anche se a volte questi nemici sembrano vincitori, imbattibili.
La persona credente, il “GIUSTO”, non teme, e VIVE DI FEDE, trova nella fede in Dio la sua forza, anche se non vede i risultati sperati immediatamente e resta legato a Dio anche se questi sembra non rispondere e non risponde subito ai nostri appelli.
C’è poi il Vangelo dove tra la DOMANDA: ACCRESCI IN NOI LA FEDE, e la prima risposta di Gesù: SE AVESTE FEDE QUANTO UN GRANELLINO DI SENAPE… – notoriamente seme piccolissimo – veniamo a scoprire almeno due cose:
– Che la fede è un dono di Dio tanto che non siamo nemmeno in grado ne di costruirla, anche in piccolissima parte, e nemmeno in grado di farla crescere, tanto che dobbiamo chiederla. Ma se è un dono essa è forza davvero grande, è motivo di speranza, perchè va oltre le nostre forze e i nostri limiti, è indipendente da noi e questo la mette al sicuro dalle nostre debolezze. Avere fede significa essere consapevoli che siamo SERVI INUTILI, a servizio di Dio, si, ma un servizio non necessario. La nostra INUTILITA’ dice la grandezza del dono di Dio per noi.
– La fede però è anche RISPOSTA dell’uomo, tanto che deve chiederla, deve chiedere la sua crescita e operare per essa, mettersi a “servizio”, farsi SERVO. Un servizio sorprendente, perché non ci sarebbe bisogno e invece c’è. Anzi Gesù stesso per primo si mette a nostro servizio. E comunque dice che un agire, un rispondere che deve esserci. Siamo certamente INUTILI, eppure ci vuole suoi SERVI e Lui stesso si fa servo!
Ecco allora che la pagina di PAOLO, nella seconda lettura, ci viene in aiuto. Come fare per sostenere la nostra fede? PAOLO che sta sostenendo TIMOTEO nel suo nuovo ministero di vescovo di Efeso, gli raccomanda alcune cose. Noi le possiamo tranquillamente applicare alla fede:
– RICORDARE: è il primo verbo usato da Paolo. Il primo modo per custodire e accrescere la fede è ricordarla, ricordare le opere belle e le tante promesse che Dio ci fa nel corso della vita. Oggi ricordiamo tante cose, abbiamo un sacco di strumenti elettronici che ci aiutano a ricordare, ma rischiamo di dimenticare l’essenziale.
– RAVVIVARE: la fede è come una fiamma, che ha bisogno di legna, ha bisogno di carburante, di essere continuamente alimentata. L’alimento fondamentale è stare uniti a Dio. La preghiera, la parola, i sacramenti, la carità… tutto questo ci tiene uniti a Lui e ravviva e rinnova la fede…
– NON VERGOGNARSI: esprime la dimensione della testimonianza. La fede cresce se la doni, se la racconti, se la mostri, se non ti vergogni di essa, anzi se la vivi con trasparenza e, oggi, se sai anche rendere ragione di essa e questo esige formazione continua, approfondimento, anche studio a volte. Tanti cristiani non lo fanno!
La fede è il cuore della nostra vita cristiana, la scintilla fondamentale che infiamma il nostro cuore. Continuamente chiediamola e custodiamola. E’ la nostra vita, viviamo con essa.