Omelia 19 novembre 2017

33^ domenica del tempo ordinario

TALENTI PER TUTTI

Prima Giornata Mondiale dei Poveri

La parabola dei TALENTI è molto conosciuta e come spesso capita alle parabole di Gesù, essa conosce un insegnamento immediato facilmente comprensibile, ma poi nasconde sfumature profonde, che spesso sono impegnative.

Se poi la raccordiamo alle altre letture e al tempo liturgico le sfumature crescono. Siamo infatti alla fine dell’anno liturgico, domenica prossima sarà l’ultima domenica, dopo di che entreremo nel tempo dell’ATTESA, il tempo di Avvento e il nostro cammino cristiano ha come una ripartenza. In fine, quest’anno, abbiamo anche un’altra novità: il Papa, al termine dell’anno della Misericordia, ci ha “regalato” una GIORNATA MONDIALE DEI POVERI, con la quale ci indica una direzione, una prospettiva decisamente impegnativa, ma soprattutto inevitabile.

Vediamo allora alcune delle cose che questa pagina ci dice:

Un primo insegnamento che mi viene da dire è che SIAMO TUTTI POVERI, come quei SERVI, che di proprio non possiedono nulla. Ma è anche vero che SIAMO TUTTI RICCHI, come quei SERVI, perché tutti abbiamo ricevuto da Dio dei TALENTI, che erano SUOI BENI e la ha dati a noi. E se a noi, spesso troppo spilorci, subito risalta agli occhi la differenza, e pensiamo che qualcuno ha di più e altri meno, è interessante notare che all’epoca un talento potrebbe essere paragonato più o meno, a tutto il salario di un operaio medio, nel corso di tutta una vita. Per cui il primo insegnamento è che TUTTI HANNO IL NECESSARIO.

Un secondo insegnamento che possiamo ricavare è che comunque una DIFFERENZA C’E’ e non sta tanto nel valore dei talenti (d’altronde vale di più Leonardo o Michelangelo? Visto la recente asta sul primo da mezzo miliardo di dollari!!), quanto nel fatto che SIAMO TUTTI DIVERSI e questo mi sembra voglia dire che SIAMO TUTTI UNICI. Ognuno ha i suoi numeri, la sua originalità, la suo “gruzzoletto” da far fruttare.

Un terzo insegnamento mi fa dire che i TALENTI non sono nostri, ma I TALENTI SONO UN DONO DI DIO, ci vengono donati gratuitamente, SECONDO LE NOSTRE CAPACITA’. E questo ci mette nella prospettiva giusta per capire il finale della parabola che sembra molto duro. Lo potremo racchiudere in questa domanda: che idea abbiamo di Dio? Un contabile o giudice spietato, oppure un Padre buono, generoso e misericordioso? La vita è un dono da donare, da far fruttificare, oppure è un possesso, è mia e quindi me la tengo stretta?

Sono domande importanti perché fanno la differenza, l’essere credenti oppure no, l’essere pieni di speranza oppure no, essere capaci di carità oppure no, entrare in paradiso oppure no!

Ecco perché conclude GESU: A CHIUNQUE HA, VERRA’ DATO E SARA’ NELL’ABBONDANZA, MA A CHI NON HA, VERRA’ TOLTO ANCHE EULLO CHE HA. E poi ancora: IL SERVO INUTILE GETTATELO FUORI NELLE TENEBRE DOVE SARA’ PIANTO E STRIDORE DI DENTI.

E’ la naturale constatazione per chi vive guidato da Dio rispetto a chi invece si lascia guidare solo dal proprio IO.

Quella DONNA FORTE della prima lettura dei Proverbi, ha questa caratteristica fondamentale: ESSA TEME DIO, cioè si fida di Lui. Per questo la sua vita, le sue scelte, il suo agire è da LODARE, l’umanità di chi è credente non perde, ma acquista qualità.

Così pure quella ricerca di PACE E SICUREZZA di cui ci ha parlato San Paolo nella seconda lettura, la lettera ai Tessalonicesi, oggi da tutti invocate e le possiamo trovare solo se mettiamo coraggiosamente la nostra vita nelle mani di Colui che ce l’ha donata.

I TALENTI sono un dono, da ridonare. Per questo oggi il Papa ci propone la Giornata Mondiale dei Poveri, perché chi si occupa dei poveri, è sicuro di mettere i suoi talenti al sicuro. Ma per occuparti dei poveri devi fidarti di Dio e superare la PAURA che i poveri rendano povero te. I poveri vicinissimi: i tuoi figli (fare un figlio ti rende povero, dipendente per tutta la vita) o i tuoi genitori anziani (per occupartene sempre, anche quando saranno incapaci di dirti grazie). I poveri vicini: quelli che bussano alla porta (con la fatica di non accontentarti dei 2 euro, ma con il coraggio di prenderti carico almeno un poco di loro). I poveri lontani: quelli che vedi alla TV, con il coraggio di sentirli e chiamarli fratelli. Alla fine siamo tutti poveri. I nostri TALENTI non sono nostri ma sono di tutti e per tutti. La differenza è tra chi ci crede e chi no. Tra chi vuole vivere con la GIOIA di donarli, oppure con la PAURA di perderli. Ad ognuno, ogni giorno, la scelta.