Omelia 18 settembre 2016

XXV TO/C                                                                            18/9/2016

NON FACCIAMO SCIVOLARE DIO

Non c’è dubbio che anche questa pagina di Vangelo appaia per lo meno STRANA e ASSURDA, ad una lettura superficiale. Secondo qualche autore la spiegazione di questo presunto elogio dei DISONESTI riflette un commento sarcarstico di Gesù su fatti di cronaca accaduti in quel periodo e di cui gli interlocutori erano bene a conoscenza. Risulta quindi molto chiaro, leggendo e commentando questa pagina, come il Vangelo per essere ben compreso non può mai essere letto solo a pezzi, staccando un pezzo dall’altro, ma nel suo intero, inserendo sempre le singole pagine sul tutto.

Così i conti tornano e non si tratta più di elogiare i DISONESTI, ma di spingere gli ONESTI ad esserlo fino in fondo, con coraggio e forza. Il detto finale, NON POTETE SERVIRE DUE PADRONI, fa chiarezza ovviamente.

Anche la prima lettura ci mette nella direzione giusta: qui i DISONESTI (quelli che “calpestano il povero”, quelli che “lavorano di sabato”, quelli che “usano bilance false”, ecc) vengono pesantemente condannati: NON DIMENTICHERO’ MAI TUTTE LE LORO OPERE, dice il Signore attraverso il profeta AMOS, anche se  non interviene subito, come spesso siamo portati a desiderare. Il suo intervento differito è da leggere come il tentativo continuo di dare a tutti, sempre, una possibilità di cambiamento, di miglioramento, di “redenzione”.

San Paolo ci aiuta a capire questo desiderio di Dio, quando afferma ad un certo punto, lo abbiamo letto nella seconda lettura, che DIO VUOLE CHE TUTTI GLI UOMINI SIANO SALVATI e per questo chiede di pregare PER TUTTI, PER I RE E I POTENTI.

 

Dunque oggi Gesù ci invita a essere cristiani forti, forti nel bene, forti nell’attaccamento a Lui e non alle cose terrene, prima fra tutti la RICCHEZZA, perché solo vivendo questa nostra vita attaccati a Lui possiamo sperare di entrare per sempre nel suo Regno.

Mi viene in mente una realtà che ho visitato in Paraguay: le famose “Reduziones” gesuitiche (quelle del film “Mission” per capirci). Erano villaggi costruiti dai Gesuiti per gli indios “Guarnì” per permettere loro una vita migliore, con più possibilità (anche più ricchezza), rinunciando al nomadismo e permettendo loro di avere più sicurezze nella vita attraverso la coltivazione della terra, il vivere insieme, ecc… Ma c’erano anche due motivi difensivi: uno era contro i portoghesi che dal Brasile facevano incursione per catturare gli indigeni e farli schiavi e l’altro era contro i “cattivi cristiani” che si dicevano cristiani ma che non vivevano il Vangelo. Una delle regole delle “Reduziones gesuitiche” infatti vietava agli europei di viverci, salvo i 2 o 4 gesuiti. Perché? Perché il loro cattivo esempio avrebbe rovinato la proposta cristiana che i religiosi cercavano di fare al popolo Guarnì.

Mi pare che Gesù metta in luce esattamente una logica simile. Chiede, si, SCALTREZZA, FURBIZIA, ma le chiede per il bene. Chiede a noi cristiani di essere capaci di mettere nella nostra fede la stessa forza e furbizia che spesso con più facilità siamo capaci di mettere nei nostri affari, nei nostri interessi, nelle questioni che riguardano il denaro. Chiede di cominciare a fare in modo che la “foresta del bene” che cresce diventi rumorosa, senza lasciare solo ai singoli “alberi che cadono” l’esclusiva dell’attenzione pubblica. Purtroppo anche i recenti casi di sacerdoti che hanno deciso di lasciare il ministero, anche vicini a noi, dimostrano invece come resti molto vero il contrario: un albero che cade continua a fare molto più rumore di una foresta che cresce.

La conclusione del Vangelo, dicevo, fa chiarezza, ma la fa non mettendo i due ambiti l’uno contro l’altro in senso assoluto. Basta infatti accostare al NON POTETE SERVIRE A DUE PADRONI, con l’altro detto di Gesù: DATE A CESARE QUELLO CHE E’ DI CESARE E A DIO QUELLO CHE E’ DI DIO.

DIO E RICCHEZZA non sono contrapposti in senso assoluto…, bensì si tratta di mettere, ma soprattutto tenere DIO, come spesso si dice, AL PRIMO POSTO. Perché, come certe frane, esso nella vita dei cristiani, facilmente, scivola, scivola giù dalla classifica delle nostre priorità. Come non far scivolare DIO nella classifica delle nostre priorità? Conun’attenzione continua alle 5 “p” importantissime per il cristiano: Parola di Dio, Pane eucaristico, Preghiera, Poveri, Perdono. Così DIO non scivolerà nei ns cuori!!!