Omelia 14 giugno 2015
11^ Domenica del T.O./B (il Regno è come il seme) 14/6/2015
DIO: GRANDE NEL PICCOLO
Ascoltare queste parabole in questi giorni di mietitura del frumento, che abbiamo ancora la possibilità di vedere nei nostri campi, ce le rende ancora più familiari e simpatiche.
Il SEME CHE, DORMA O VEGLI IL CONTADINO, GERMOGLIA E CRESCE, oppure il GRANELLO DI SENAPE, IL PIU’ PICCOLO, SEMINATO CRESCE E DIVENTA IL PIU’ GRANDE, ci dice Gesù ci parlano del REGNO DI DIO, cioè di DIO STESSO nella vita di ogni uomo e donna, nella nostra vita.
Ci è stato seminato a nostra insaputa il giorno del nostro Battesimo, e spesso senza nemmeno che i nostri genitori facessero grande cose, è cresciuto dentro di noi diventando piano piano, quasi impercettibilmente vita di fede, vita cristiana, a volte più grande, tanto da diventare anche fonte di esempio e stimolo per altri (come gli UCCELLI CHE TROVANO RIPARO NELL’ALBERO DI SENAPE), altre volte più piccola, atrofizzata, anche seccata.
Il Vangelo sottolinea con forza questo aspetto duplice: il Regno, cioè Dio, cioè la vita cristiana dentro di noi, che viene 1)seminata piccola e diventa grande con 2) una forza tutta sua, quasi che nulla noi potessimo fare. E questo accade, è profondamente vero. Dio agisce prima di ogni nostra decisione e ha una sua forza di crescita che noi nemmeno riusciamo a immaginarla. Ce lo dice anche EZECHIELE nella prima lettura usando immagini simili, alle quali forse Gesù si era certamente ispirato, usando questa volta l’immagine del RAMOSCELLO DI CEDRO.
Eppure è altrettanto vero che 3) la nostra risposta conta eccome. Prima EZECHIELE, poi PAOLO e anche GESU’ stesso lo ricordano.
– Il profeta: UMILIO L’ALBERO ALTO E INNALZO L’ALBERO BASSO (e ci ricorda tanto Maria). Non è un capriccio un arbitrio, ma la constatazione che la nostra risposta non è indifferente agli occhi di Dio. Ci viene chiesto di rimanerericonoscenti e umili davanti a Dio, di non dimenticare che tutto e tutti veniamo da Lui, che nulla è merito nostro. Direbbe Gesù in un’altra parabola: restare attaccati a Lui per non seccarci. C’è umiltà nel nostro agire? Siamo riconoscenti a Lui?
– SAN PAOLO invece parla in modo più esplicito di TRIBUNALE DI CRISTO DAVANTI AL QUALE DOBBIAMO COMPARIRE. Le nostre OPERE saranno giudicate, pesate, vagliate. La nostra vita è la grande possibilità che ci è data di diventare nel nome di Dio “albero grande” che fa ombra ai piccoli. Siamo ancora attaccati a Dio? Quali sono le nostre opere?
– E in fine GESU’ stesso che chiude le parabole del seme facendo velatamente capire che NON TUTTI POTEVANO CAPIRE LA SUA PAROLA. Occorre fede per avere occhi e orecchi capaci di ascoltare e desiderosi di capire. E se è vero che la fede è innanzitutto dono di Dio, è anche vero che essa pure è risposta nostra. Non c’è peggior sordo di chi non vuol capire dice il proverbio. E noi verso Dio come siamo? Siamo sordi o attenti? Desideriamo ascoltare la sua Parola o ne ascoltiamo altre?
Credo che certe immagini di questi gironi apparse sui nostri telegiornali ci parlano eccome e ci interrogano. Chi sono tutti questi MIGRANTI se non degli “uccelli” stanchi, denutriti, inseguiti da spietati cacciatori, che cercano alberi aperti e ombrosi dove trovare la pace e fare un nido per sé e per i propri figli? Cosa vediamo in loro? Cosa vede Dio in noi? Come giudicherà loro e come giudicherà noi?
Sono domande scomode. Sono domande per i governanti e per noi gente comune. Sono domande cristiane. Sono domande che non possiamo evitare se vogliamo stare in chiesa in modo onesto. Poi certo arriva l’altra domanda pesante: Cosa posso fare? Io, cosa posso fare?
Facciamo come Dio che semina semi piccoli. Poi li fa crescere lui.
– Se qualcuno ha il coraggio e la possibilità di ospitare, ospiti (come quel professore di Ponzano).
– Se qualcuno ha la possibilità di aiutare aiuti (come quei volontari che offrono cibo e acqua alle stazioni o come ci chiede la Caritas di Treviso chiedendo alla nostra Caritas materiale per ospitare).
– Se qualcuno è in politica parli meno, ma faccia di più e meglio secondo il Vangelo, non secondo il tornaconto elettorale!
Semi. Sono solo piccoli semi. Ma peseranno e tanto, sul nostro giudizio un giorno, ma anche oggi perché se seminiamo piante buone raccoglieremo frutti buoni.
Cosa vogliamo lasciare ai nostri figli? Una società piena di piante velenose e aride o un giardino pieno di piante generose e ospitali?
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