Omelia 13 aprile 2017 – Giovedì Santo

GIOVEDI SANTO (Coena Domini)                                 13/04/2017

 

PIEDI DI OPERAI, DONNE E ANZIANI

 

Entriamo nel CENACOLO con Gesù. Entriamo nel TRIDUO PASQUALE con Lui. Entriamo nel cuore della nostra FEDE, entriamo nel cuore della nostra VITA.

E lo facciamo accompagnati da 3 categorie di persone, a cui laverò i piedi, che ci possono aiutare a meditare questa pagina così dolce, carica di DONI, ma anche così amara, carica di TRISTEZZA.

 

Entriamo accompagnati da gruppo di OPERAI della Fonderia ANSELMI, che in questi mesi ci stanno ricordando con tenacia e caparbietà il diritto al lavoro, alla dignità, alla speranza per un futuro buono per sé e per le proprie famiglie, per sé e per tutti quelli che il lavoro lo sognano e non lo trovano, lo subiscono precariamente, lo hanno perso o stanno, come loro, rischiando di perderlo… In particolare i giovani, ai quali stiamo consegnando un mondo senza lavoro e quindi senza dignità, senza sogni, senza futuro.

Entriamo accompagnati da un gruppo di DONNE. Gesù aveva delle donne che lo accompagnavano, aprendo così delle prospettive rivoluzionarie di uguaglianza, dignità, attenzione e rispetto. Dobbiamo ammettere che abbiamo ancora molta strada da fare se anche oggi, anche nella nostra cultura che si crede così evoluta e avanzato (e magari critichiamo, su questo tema anche giustamente, le culture diverse dalla nostra) abbiamo ancora tanta strada da fare se i giornali sono pieni di notizie tragiche di omicidi, violenze, differenze, ingiustizie, sfruttamenti di vario genere commessi contro donne.

Entriamo accompagnati da un gruppo di ANZIANI, categoria sempre più numerosa e per i quali pure stiamo costruendo un mondo di solitudine, separatezza, esclusione, cure sempre più asettiche e formali, ospedalizzandoli piuttosto che lasciandoci coinvolgere in relazioni di paziente vicinanza. In un mondo dove prevale l’efficienza e la velocità cosa faremo dei nostri anziani che invece non sono più efficienti e non possono essere veloci come i giovani?

 

Gesù ci ha dato una regola semplice. Semplicissima. FAI AGLI ALTRI CIO’ CHE VUOI SIA FATTO A TE. Qualcuno ha detto che dobbiamo metterci nelle scarpe degli altri. Se fossimo noi un operaio della Anselmi? Se fossimo noi una donna che sta subendo violenza? Se fossimo un anziano solo e ammalato? Cosa vorremo dagli altri? Dalla società, dai maschi, dai giovani?

 

GESU’ ha fatto proprio così. Si è messo nei nostri panni. Si è fatto uomo come noi. Si è fatto debole come tanti di noi. Si è fatto povero, si è fatto emarginato, si è fatto piccolo, fragile, rifiutato

E tutto questo lo vediamo questa sera come anticipo. Domani sarà totale con la CROCE, questa sera è SIMBOLO. Quel gesto della LAVANDA DEI PIEDI, ci dice esattamente questo. Gesù che si è messo dalla parte più bassa dell’umanità, dalla parte dei piedi.

 

E’ scritto che quella sera GESU’ LI AMO’ SINO ALLA FINE. Ci ha amati da testa ai piedi, o meglio dai piedi alla testa. E’ partito dai piedi dell’umanità. E ci dice di fare altrettanto. Amiamo dai piedi, amiamo dal basso, partiamo dai più sfortunati e dai più poveri. Solo così nessuno resterà fuori, resterà escluso.

Il mondo ha un grande problema che lo assilla continuamente: esclude sempre qualcuno! E noi? Proviamo a pensare: io chi sto escludendo? Mio marito? Mia moglie? I miei figli? I miei genitori? I miei compagni di lavoro? Gli altri lavoratori? Le donne? Gli uomini? I bambini, magari quelli non ancora nati? Gli anziani? Gli extracomunitari? Gli stranieri? Chi sto escludendo?

O Signore aiutami a non escludere nessuno. Tu non hai escluso nessuno. Sei partito dai PIEDI, dal basso. Hai lavato i piedi anche a GIUDA. E mi dici: VA E ANCHE TU FA LO STESSO.

E così quella notte è nata l’EUCARISTIA, è nato il SACERDOZIO cristiano, è iniziata la PASQUA. E così, attraverso essi, Gesù continua a dirci sempre lo stesso messaggio, anzi continua a ripetere sempre lo stesso gesto per me, per noi, per tutti: lavatevi i piedi gli uni gli altri – accoglietevi gli uni gli altri, amatevi gli uni gli altri –, come io ho fatto con voi, continuate a farlo ogni giorno, provateci sempre a farlo ogni giorno. Operai e imprenditori, uomini e donne, giovani e anziani. Io, ci dice Gesù, da allora non ho mai smesso di farlo per voi, per tutti.

Facciamolo. Crediamoci. Ripetiamo quel gesto, ma soprattutto il suo significato: Ci sarà lavoro, ci sarà dignità, ci sarà speranza. Per tutti.

Add a Comment