Omelia 12 marzo 2017

2^ TQ/A                                                                              12/03/2017

UNA SPERANZA PER TUTTI

E’ una pagina carica di promessa, questa pagina della TRASFIGURAZIONE, così come lo era la pagina di ABRAMO, la sua chiamata, il vero inizio della Bibbia. Qui inizia un dialogo tra Dio e l’uomo, che avrà in Gesù l’ultima Parola. Un cammino che passando per il Tabor, si concluderà tra il Calvario e il Cenacolo a Pentecoste. Quella voce che parla ad ABRAM, torna a parlare in modo definitivo PER Gesù e IN Gesù. La promessa si realizza in modo nuovo, universale, inatteso, certamente.

Così inatteso che avrà bisogno di questo anticipo, di questa premessa, di questa promessa: la Trasfigurazione.

E se da un lato questa pagina ci parla di Dio, come per un bambino che socchiude per un attimo una porta buia e la luce del sole che entra nella stanza lo affascina; dall’altro è una pagina che ci parla di noi, rivela anche noi a noi stessi, perché vedendo qualcosa di Dio, vediamo ciò di cui siamo immagine.

O si, siamo luce, siamo destinati a questo VOLTO CHE BRILLA COME IL SOLE, a questa VESTE CANDIDA COME LA LUCE, questa è la nostra origine, questo è il nostro destino. Lo capiamo meglio guardando ai nostri figli, appena nati. Non può esserci altro destino per loro, e lo diciamo proprio con questi simboli, la “veste bianca” e la “luce accesa” nel Battesimo.

Eppure sappiamo tutti, per esperienza personale, che entrambi, volto e veste, sono destinati presto a imbruttirsi, a diventare maschera di se stessi, a sporcarsi, a infangarsi.

E inizia la lotta.

La vita è lotta tra bene e male, tra cielo e terra, tra vita e morte. Da che parte vogliamo stare? La risposta sembra scontata, ma non è così. Anche in questa pagina emerge questa lotta: tra l’ombra della nube e la sua luce, tra il restare degli apostoli e l’andare di Gesù, tra il vedere e l’ascoltare.

E’ la lotta della LIBERTA’ che tutti ci riguarda. Che ad ogni Quaresima siamo invitati a riprendere in mano, in tanti modi. E’ la scelta che dovette fare ABRAM: il fidarsi o non fidarsi di Dio.

E’ la grande lotta di sempre. Anche noi siamo invitati a entrare e a restare in questa lotta.

E Gesù non ci lascia soli. Non ci butta una sfida per la quale dobbiamo arrangiarci. Tutt’altro. Lui lotta con noi. Lui è venuto per questo, Lui apre la strada, la nostra strada. Lui ci promette una via, una direzione, un traguardo e oggi ce li mostra in anticipo, a mo’ di caparra.

Certo dobbiamo essere disposti a rinunciare alle nostre sicurezze, alle nostre CAPANNE rassicuranti. La Quaresima serve proprio a rompere queste false sicurezze, a metterle in questione. Sembrano rassicuranti, appunto, solide. In realtà sono tentazioni, sono prigioni, sono le nostre sicurezze, le nostre pretese di sapere il bene, e soprattutto di catturarlo solo per noi, godercelo da soli.

Le 3 CAPANNE di PIETRO, sono la tentazione che torna. Sempre la stessa tentazione. Catturare Dio, metterlo al nostro servizio. E’ come chi volesse rinchiudere il sole in una stanza, il mare in un secchio, l’aria in un palloncino. Semplicemente non è possibile, anzi è ridicolo.

Dio non lo puoi piegare ai tuoi interessi, se ci provi semplicemente ti costruisci una prigione, dorata magari, ma prigione. E’ quello che vediamo ogni giorno in chi si sostituisce a Dio e si sente onnipotente: sia potente o debole, sia ricco o povero, sia scienziato, letterato o persona senza cultura o preparazione, religioso o ateo.

Non si tratta di essere tutti credenti e cristiani, ma aperti o chiusi al mistero che è presente in noi e nel mondo, illusi di poter dominare tutto o rispettosi del fatto che non possiamo sapere tutto e camminiamo, ci fidiamo. Chi di Dio e chi semplicemente della vita e ne rispetta il mistero.

E allora non ci auto-chiuderemo nelle CAPANNE, nella prigione dell’autosufficienza, ma avremo il coraggio di SCENDERE DAL MONTE ed entrare nella vita vera e arricchirla, chi della fede in un Risorto che c’è e ti mostra la via, chi in una vita carica di promesse anche se magari non riesce a scorgerne il Nome.

Comunque uomini di speranza. E ne abbiamo tanto bisogno, il mondo ne ha bisogno. Questo a me piace. Grazie Gesù. Tu ce lo ricordi, Tu ce lo doni, comunque. Credenti o non credenti.