Omelia 12 luglio 2015
|15^ Domenica/B 12/07/2015
CHIAMATI E INVIATI
Il caldo dell’estate, quest’anno tornato intenso, forse non favorisce la meditazione della Parola, però è anche vero che l’estate porta con se “tempi diversi” (la vacanza, le ferie, l’ora in più di luce, le diverse attività pastorali) che per un credente sono occasioni e tempo per Dio, per approfondire il rapporto con Lui. Tanto più che nemmeno in questo tempo mancano gli interrogativi: pensiamo alla tragedia della tromba d’aria, oppure alla vicenda greca. Perché accadono queste cose? Perché Dio le permette? Cosa ci chiede? Cosa possiamo fare?
Una prima risposta la possiamo ricavare da AMOS, un “profeta controvoglia” (come spesso accade per i veri profeti) nella prima lettura: NON ERO PROFETA NE’ FIGLIO DI PROFETA; ERO UN MANDRIANO E COLTIVAVO PIANTE DI SICOMORO. IL SIGNORE MI PRESE, MI CHIAMO’ MENTRE SEGUIVO IL GREGGE… E MI DISSE: VA PROFETIZZA. Qui troviamo due situazioni, la “sorpresa” e il “primato” di Dio, che ci interpellano:
– la sorpresa: siamo disponibili a lasciarci sconvolgere la vita da Dio? La nostra vita con le sue direzioni più volte può e deve venire sconvolta da Dio. Il credente è colui che si lascia sorprendere e sconvolgere. Certo il profeta è mestiere particolare, ma ogni credente ha la sua dose di sorpresa. Non è forse tale l’innamorarsi di una persona piuttosto che di un’altra? Non è forse tale la nascita di un figlio? Ma anche cose diverse: l’inizio di un lavoro, un impegno che ti viene chiesto in parrocchia… Sorprese di Dio…modi con cui Dio ci sorprende, se noi siamo disponibili…
– Poi c’è il primato, un po’ conseguenza e un po’ presupposto. AMOS aveva la sua vita già impostata, ma la cambia perché prima viene Dio e la sua volontà. Noi siamo abbastanza credenti da pensare che Dio viene prima di noi e della nostra volontà? E non significa solo prendere e partire, ma anche vivere quello che ci accade (le sorprese) come possibile volontà di Dio su cui giocare la vita sul tavolo del bene: se lo vuole Dio è un bene, anche se costa… Ci crediamo?
San Paolo nella seconda lettura allarga l’orizzonte con una seconda risposta: IN LUI CI HA SCELTI PRIMA DELA CREAZIONE DEL MONDO PER ESSERE SANTI… PREDESTINANDOCI A ESSERE FIGLI ADOTTIVI MEDIANTE GESU’ CRISTO. Siamo nei pensieri di Dio prima del mondo, da sempre, c’è una strada per ognuno di noi già tracciata, non nel senso di già fatta, ma nel senso che il traguardo è già dato, è il bene, è la felicità, è Dio e noi su questa strada dobbiamo liberamente scegliere di incamminarci senza paura e titubanze, sapendo che siamo opera sua e solo in lui, come dice Sant’Agostino, troviamo la pace e la gioia vere (FATTI EREDI).
In fine c’è la risposta di Gesù stesso nel Vangelo: chiamati e inviati. Se è vero che a qualcuno (il profeta) viene chiesto qualcosa di diverso, è altrettanto vero che questa dinamica fondamentale della fede viene chiesta a tutti. Tutti siamo chiamati e invitati.
– chiama A SE’, a stare con Lui innanzitutto. Lui è la forza, la batteria che ci dà la carica della vita. Come e dove posso e devo stare con Gesù io oggi?
– Chiama i DODICI, come dire che non tutti sono chiamati così vicino, ad alcuni è chiesto di esserlo di più (in famiglia c’è sempre qualcuno che crede di più, in parrocchia qualcuno fa più di altri, nella Chiesa ci sono compiti diversi, nell’umanità ci sono modi di credere diversi: la logica non è tutti uguali, ma ognuno a suo modo per il bene di tutti). Con chi e per chi sono chiamato io?
– Invia a DUE A DUE, perché la fede non è mai cosa da singoli, si vive e si crede insieme, serve la Chiesa per vivere autenticamente la fede, serve la famiglia perché l’umanità progredisca, Dio stesso è Trinità, è una legge fondamentale, umana e cristiana insieme. Con chi sono mandato io?
– Invia con POTERE CONTRO GLI SPIRITI IMPURI, c’è una lotta contro il male, per il quale Gesù ci dona forza sufficiente per noi e per gli altri, usiamola. Quale male devo vincere oggi?
Due parole finali: sobrietà e responsabilità. Il cristiano è sobrio, si affida e si fida di Dio (NON PRENDETE…), oggi è chiaro che tutta l’umanità deve riscoprirla (cf. Laudato si’) per sopravvivere. Il cristiano “risponde” (SCUOTETE LA POLVERE…), ognuno di noi è responsabile davanti a Dio dei suoi si e suoi no: quale è la mia risposta?