Omelia 10 dicembre 2017
|2^ Tempo di Avvento/Anno B 10/12/2017
ENTRIAMO…
Abbiamo ascoltato l’inizio del Vangelo di MARCO, sarà il Vangelo che ci accompagnerà tutto l’anno. E’ un inizio strano perché non ci parla del NATALE, come ci aspetteremo. E infatti domenica scorsa, 1^ di Avvento, abbiamo dovuto andare in “prestito” di un brano diverso, quello del “VEGLIATE” come ricordiamo, che si trova al capitolo 13!
L’assenza del Natale testimonia dell’antichità di questo Vangelo. Quando i discepoli infatti cominciarono a raccontare la storia di Gesù, non partirono dalla nascita – lo faranno solo più tardi – ma partirono dalla fine, dalla sua morte e soprattutto dalla sua risurrezione. E’ qui il cuore, è qui la notizia, la “buona notizia” – il Vangelo appunto – , il resto verrà dopo. Questa è la notizia che cambia tutto, li sconvolge in bene, li rende coraggiosi testimoni, li manda in tutto il mondo a dire che è successo qualcosa di sconvolgente, di incredibile.
E’ a partire dalla Pasqua che cambia tutta la storia. E si capisce quello che dirà SAN PIETRO nella seconda lettura: MILLE ANNI SONO COME UN SOLO GIORNO DAVANTI AL SIGNORE… In quel giorno c’è tutta la storia, ci siamo tutti noi. Ed è per questo che NOI, IN ATTESA DEL GIORNO DEL SIGNORE…, VIGILIAMO!
Ed è sempre a partire dalla Pasqua di Gesù che si capisce in modo nuovo quello che hanno detto i profeti, come ad esempio ISAIA, che nella prima lettura dice: CONSOLATE, CONSOLATE IL MIO POPOLO, c’è una consolazione nuova e per questo possiamo iniziare a fare cose strane e straordinarie come PREPARARE NEL DESERTO LA VIA DEL SIGNORE.
Solo dopo, di racconto in racconto, gli Evangelisti si preoccuperanno di colmare la lacuna e cominceranno a indagare e raccontare del NATALE e siamo già oltre il fatto di cronaca. E’ anche la consapevolezza che quel dono grande, quell’evento sconvolgente che è la PASQUA, non arriva per caso, non arriva dal nulla.
Dio stesso aveva PREPARATO UNA VIA. Aveva preparato un mondo, un creato, un’umanità in cammino e in attesa. Aveva preparato una storia, un popolo, Israele, in cammino e in attesa: COME STA SCRITTO NEL RPOFETA ISAIA. Ed ecco che un giorno questo cammino e questa attesa erano finiti e con MARIA E IL SUO SI, tutto cambia.
Ecco Natale, l’Incarnazione. Dio stesso si è messo in cammino, è disceso dal cielo.
E’ Dio: infatti il Vangelo che abbiamo iniziato a leggere è di GESU’ CRISTO FIGLIO DI DIO… e nello stesso brano si conclude con la constatazione che EGLI VI BATTEZZERA’ IN SPIRITO SANTO.
Ma è anche uomo: e infatti la sua venuta è stata preparata da un uomo GIOVANNI BATTISTA, con segni umani, riconducibili a molte tradizioni religiose, è il massimo della vicinanza a Dio che l’uomo da solo può raggiungere: BATTEZZA CON ACQUA NEL GIORDANO, VIVE NEL DESERTO, CHIEDE CONVERSIONE PER IL PERDONO DEI PECCATI, ACCORREVANO AD ASCOLTARLO, ERA VESTITO POVERAMENTE, MANGIAVA CIBO POVERO… Tutto questo ci parla del nostro massimo avvicinamento a Dio. Noi possiamo arrivare fino alla soglia, ma non entrare.
E’ Dio che in Gesù entra nella nostra vita: l’acqua si riempie di Spirito Santo; il deserto del nostro cuore fiorisce; i peccati vengono perdonati; la Parola si è fatta carne; la povertà si riveste di ricchezza; il pane povero diventa ricco di una presenza nuova.
Con GESU’ tutto cambia. Con la Pasqua tutto cambia, con il Natale tutto cambia. Ma noi vogliamo cambiare?
San Pietro ci scongiura: tutto finisce! TUTTE QEUSTE COSE DOVRANNO FINIRE… I CIELI SPARIRANNO…GLI ELEMENTI SI DISSOLVERANNO… LA TERRA SARA’ DISTRUTTA… Non sono minacce, è il corso delle cose. Quello breve della nostra vita terrena che in pochi anni si conclude (e conta poco se sono 10 o 100), e quella cosmica che la scienza ci dice che è destinata a finire.
Tutto finisce. Solo Dio rimane. E il nostro spirito, creato da Lui, se rimane in Lui.
Viene il Natale della liturgia che ci ricorda il Natale della storia, che ci apre la porta al Natale dell’eternità.
Entriamo, cosa aspettiamo. Anche quest’anno, come ogni anno. Siamo al mondo per fare questa strada, non perdiamoci nel deserto. Siamo in chiesa, casa di Dio, per fare del nostro cuore ciò che deve essere, altrettanto dimora di Dio. Se non lo facciamo ora quando lo faremo?