Omelia 1° ottobre 2017

26^ TO/A                                                                             1/10/2017

SI-NO e NO-SI

Riparte un anno pastorale, continua il cammino della fede, va avanti il fiume della vita.

Per noi cristiani cosa vuol dire?

Vuol dire che siamo sempre come quei DUE FIGLI A CUI IL PADRE SI RIVOLGE E DICE: VA A LAVORARE NELLA VIGNA. Potremo tradurre questa frase dicendo: continua ad amare Dio e ad amare i fratelli, perché questa è l’estrema sintesi della fede, del Vangelo, di ciò che Dio ci chiede.

Il catechismo, la Messa alla domenica, la preghiera personale e in famiglia ogni giorno, le attività in parrocchia (Caritas, accoglienza rifugiati, oratorio, 8 settembre, Azione Cattolica, Scout, capiscuola, feste, canto…) tutto è RISPOSTA, perché tutto è CHIAMATA: VA A LAVORARE NELLA VIGNA DEL SIGNORE.

Oggi il Signore lo ripete anche a noi.

Il Vangelo ci propone questi due estremi. La parabola di Gesù è molto semplice e chiara: ci mostra due possibili risposte nelle quali possiamo riassumere tutte le nostre. Ognuno deve dare il suo SI o il suo NO. Ognuno sarà responsabile davanti a Dio della propria risposta. Ognuno dovrà rendere conto di questa vita e di come l’ha vissuta e l’ha messa in gioco oppure no. Abbiamo solo questa vita, ci ricordava con drammaticità don Ciotti venerdì sera. Come la stiamo giocando? La stiamo mettendo a disposizione insieme oppure stiamo pensando solo a noi stessi? Solo per noi stessi?

 

Nel Vangelo Gesù ci mette poi in guarda da un pericolo molto grave: il pericolo che il SI sia NO.

Fortunatamente ci dice anche che abbiamo una grande opportunità: trasformare sempre il nostro NO in SI.

 

Che il SI sia NO è una delle cose più brutte che possiamo fare a Dio, agli altri, ma soprattutto a noi stessi. Essere falsi, essere bugiardi, essere pigri, essere egoisti. Sono le cose che rendono brutte, bruttissime le persone. E se si tratta della fede, della religiose le rendono ancora più brutte. Venire in chiesa e poi non comportarci da credenti, non provarci ad essere credenti, coerenti, preoccupati che la nostra vita parli e profumi di Vangelo. Se accade questo è brutto, è bruttissimo.

Ma sappiamo anche che abbiamo sempre la possibilità di fare del nostro NO un SI. Possiamo sempre tornare alla casa del Padre, possiamo sempre pentirci e ricevere il suo perdono, possiamo sempre rimediare. In Dio possiamo sempre rimediare. E siccome nessuno è perfetto, ecco che questa, solo questa è la nostra unica forma, dei peccatori perdonati e ritornati. Ed è bello, bellissimo. Figli che tornano, figli che si pentono, figli che sono perdonati e ci riprovano, ripartono…

 

Da dove ripartiamo?

Come Chiesa diocesana siamo invitati al coraggio di PASSARE ALL’ALTRA RIVA. E’ la frase di Gesù che in Marco, dopo una giornata passata a predicare, non torna a casa, ma invita i discepoli ad andare oltre, oltre la sera, oltre la tempesta, oltre le nostre paure e oltre i nostri egoismi… Quale è il nostro oltre?

C’è un Cammino Sinodale che si sta interrogando su questo “oltre” e si sta chiedendo quali scelte per essere meglio oggi DISCPOLI DI GESU’ PER UN NUOVO STILE DI CHIESA. Che discepoli dovremo essere? Che nuovo stile di Chiesa dovremo inaugurare?

E c’è un cammino parrocchiale che per il terzo anno vorrebbe tenere a mente che LA FAMIGLIA E’ IL CUORE DELLA FEDE e quest’anno ci chiede di aiutare COPPIE E FAMIGLIE ad avere un RUOLO da protagoniste. Come?

 

Sarà quello che insieme cercheremo, sperando di essere come il SECONDO FIGLIO più che come il primo. Cercando di essere generosi piuttosto che pigri. Cercando di dare una mano piuttosto che tirarla indietro o peggio dire si e poi fare il no.

Il Signore, quando verrà il suo giorno per noi, ci trovi, magari sporchi, magari feriti, magari pieni delle ciccatrici dei nostri no, dei nostri peccati, ma comunque in cammino per cercare di recuperare un SI, in cammino per cercare di essere dalla sua parte, per cercare di essere testimoni autorevoli e credibili del suo amore, come siamo capaci, come ci è possibile. Sapendo che i NO possono sempre tornare ad essere un SI.