Omelia 1° novembre 2015

SANTI 2015

Cosa ci dice la festa di oggi? Cosa ci rivela la Parola ascoltata? La tradizione ci chiede di arrivare a questa tappa di vita cristiana anche confessati (lo abbiamo fatto?): perché?

Siamo vicini alla meta, anzi, i Santi ci ricordano la meta, non a caso la loro festa è abbinata a quella dei Defunti. I Santi sono i “campioni” diremo noi oggi, quelli che alla Maratona arrivano per primi, ma nelle maratone, più che in altri sport è più facile capire come l’importante sia arrivare, e arrivare è una vittoria equivalente per tutti.

Con Dio è lo stesso.

Questa vita è la nostra maratona. Dio ci ha dato il via donandoci la vita, mettendoci in gara. Ad ognuno è data energia sufficiente per arrivare, non è importante se sei campione o meno.

E arrivare significa entrare in quella realtà “nuova” e “affascinante” anche se misteriosa che San Giovanni con il libro dell’Apocalisse ci descrive con quelle immagini grandiose e, appunto, misteriose: ECCO VIDI UNA MOLTITUDINE IMMENSA CHE NESSUNO POTEVA CONTARE. E’ il paradiso ed è per una moltitudine immensa. Ciò è molto bello e pieno di speranza. Sono con le VESTI CANDIDE, sono con il SIGILLO, segni che abbiamo incontrato tutti nel Battesimo. Anche il numero 144.000 è un simbolo, non dice “limite”, ma dice “immensità”.

Sempre San Giovanni, stavolta nella sua Prima lettera che abbiamo ascoltato come seconda lettura usa un’altra immagine carica di speranza e di fiducia: SIAMO REALMENTE FIGLI DI DIO. Ancora un richiamo battesimale. Ma aggiunge: CIO’ CHE SAREMO NON E’ STATO ANCORA RIVELATO e conclude dicendo CHIUNQUE HA QUESTA SPERANZA PURIFICA SE STESSO.

Il Paradiso è questo entrare nella piena comunione con Lui e da questo versetto emerge invece chiaramente anche l’altra verità della fede che chiamiamo “Purgatorio” e di cui parliamo poco: non è una terza possibilità. Le possibilità per ogni uomo e donna sono solo 2, anzi potremo dire paradossalmente che la possibilità che Dio ci da è una sola: il “Paradiso (parola che ha radici sanscrite “creare attorno” e richiama la creazione del giardino primordiale di Adamo ed Eva per capirci), e richiama la Salvezza, il REGNO DI DIO dirà Gesù. Ma la nostra libertà fragile ne ha subito creata una seconda, che la tradizione chiama “Inferno (da inferi, latino, “ciò che sta sotto”).

Ecco allora che la PURIFICAZIONE rappresenta il cammino, anzi, restando nella nostra immagine iniziale la “maratona”. Una maratona che non dura solo 42 km e rotti, ma tutta questa vita e ancora non basta. L’ultimo tratto è il dono finale di Dio che ci “purifica” definitivamente e ci abbraccia per sempre accogliendoci in quel Paradiso che San Giovanni ci descrive nell’Apocalisse.

 

E Gesù nel Vangelo di Matteo ci consegna con le BEATITUDINI il programma di allenamento, le “condizioni” fondamentali per arrivare in fondo alla nostra maratona, alla nostra vita. E’ uno degli insegnamenti fondamentali di Gesù e ce lo fa capire Matteo raccontando di come GESU’ SALI’ SUL MONTE: SI POSE A SEDERE. E’ l’atteggiamento del maestro, è richiamo a Mosè, ora qui c’è il vero e definitivo Mosè.

E’ una pagina bella e difficile. Come del resto lo è ogni maratona. Bella perché parla del REGNO, il Paradiso, la meta, il traguardo a cui i SANTI ci richiamano come realtà possibile e bella. Ma anche difficile: 6 beatitudini ci parlano al futuro, e quindi chiedono impegno e sacrifico. Ma 2 beatitudini, la prima e l’ultima, sono al presente e ci dicono possibilità, dono, qui e ora.

E’ bella perché 8 volte il “BEATI” viene ribadito, ma anche impegnativa, e infatti per 8 volte ci viene ripetuto il “PERCHE’” che chiede un cammino.

E’ difficile perché parla di POVERTA’, PIANTO, FAME E SETE, PERSECUZIONI, ma anche bella perché sottolinea MITEZZA, MISERICORDIA, PACE… alle quali i più sfortunati non sono esclusi, anzi, per certi versi saranno privilegiati.

 

Concludo ricordando alla FOLLA IMMENSA della prima lettura: penso alle folle nei cimiteri in questi giorni o nelle chiese e quelle nei centri commerciali e penso alle folle in cammino attraverso i Balcani e nelle barche del Mediterraneo per entrare in Europa.

Nella Casa del Padre ci sono molti “posti” dirà Gesù: ma io mi chiedo per chi sono? E soprattutto io sarò santo abbastanza per entrare?