Omelia 24 gennaio 2016

3^ T.O./C (Gesù in sinagoga a Nazaret)                           24/01/2016

LA STORIA PIU’ BELLA

Abbiamo ascoltato i primi versetti del Vangelo di San Luca dove sentiamo la freschezza di uno che ha voluto e potuto sentire i TESTIMONI OCULARI come lui stesso li chiama e si è impegnato a FARE RICERCHE ACCURATE SU OGNI CIRCOSTANZA  FIN DAGLI INIZI, per fare un RESOCONTO ORDINATO. C’è tutta la freschezza di una grande storia sentita con le proprie orecchie. Una storia che ha cambiato la storia di milioni di persone, a partire da quella di San Luca e di coloro che hanno incontrato prima di lui Gesù. E’ la storia del VANGELO, la buona notizia di un Dio che attraverso la POTENZA DELLO SPIRITO in GESU’ DI NAZARET si è fatto presente per gli uomini, per la loro vita, per la loro salvezza.

Domenica era a CANA di Galilea, in una festa di nozze. Oggi è in Sinagoga al suo paese che in modo sorprendente e coraggioso afferma come la profezia di ISAIA OGGI SI COMPIE: quella di PORTARE AI POVERI IL LIETO ANNUNCIO, PROCLAMARE AI PRIGIONIERI LA LIBERAZIONE E AI CIECHI LA VISTA, RIMETTERE IN LIBERTA’ GLI OPPRESSI E PREDICARE L’ANNO DI GRAZIA DEL SIGNORE. Si perché, ogni uomo, tutta l’umanità patisce una qualche povertà, una qualche prigionia, una qualche cecità, una qualche oppressione. E’ un messaggio forte e pieno di affetto che Gesù è venuto a portarci, di cui tutti abbiamo bisogno (e chi dice di non averne bisogno o mente o si illude).

E’ la stessa forza e commozione che hanno provato gli Israeliti al tempo di ESDRA E NEEMIA, la prima lettura, quando, dopo la ricostruzione faticosa e lenta del Tempio, dopo l’esilio babilonese, il culto riprende e riprende dall’ascolto della Parola di Dio. Il primo comandamento per gli ebrei è infatti proprio questo: ascoltare la Parola. Ed è commovente immaginare questa folla radunata, essa stessa commossa, risentire i comandi di Dio dopo tanti decenni di silenzio, riprendere il culto, la lode al Signore. Ed è bello vedere cosa questo genera alla fine: la festa, la convivialità insieme (ANDATE MANGIATE CARNI GRASSE E BEVETE VINI DOLCI) che ci ricordano la festa di CANA ascoltata domenica scorsa. E poi genera la carità: MANDATE PORZIONI A QUELLI CHE NULLA HANNO DI PREPARATO. E così rinasce il culto, la necessità cioè che quel giorno venga celebrato, ripetuto: QUESTO GIORNO E’ CONSACRATO AL SIGNORE. E tutto porta alla fine alla gioia: NON VI RATTRISTATE, LA GIOIA DEL SIGNORE E’ LA VOSTRA FORZA.

C’è in queste poche righe tutto il Vangelo, tutto ciò che Gesù è venuto a ribadire e a portare a compimento: OGGI SI E’ COMPIUTA QUESTA SCRITTURA CHE VOI AVETE ASCOLTATO!

Grazie Signore, per questo dono così grande.

Un dono che San Paolo ai Corinzi, ci ricorda essere di tutti e abbia bisogno del contributo di tutti. L’immagine del CORPO CON MOLTE MEMBRA applicata alla Chiesa ci fa capire bene che la grande gioia che Dio vuole per tutti noi passa attraverso questo miracolo grande: il popolo di Dio, sinfonia di diversi doni (abbiamo appena concluso la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani). SIAMO CORPO DI CRISTO OGNUNO SECONDO LA PROPRA PARTE per un unico fine: LA GIOIA.

Ognuno faccia il suo compito. Le diversità vanno rispettate, anche nella società di oggi le diversità vanno rispettate. Pensando alla grande manifestazione di Roma di sabato prossimo e al dibattito sulla legge delle Unioni Civili mi viene da dire proprio questo concetto di Paolo: la diversità propria della famiglia naturale va rispettata e difesa, anche per il bene della società tutta. Come pure la diversità di chi ha altri orientamenti ideologici o affettivi. Tutti vanno difesi, ma non confusi però!Diritti a tutti, ma prima pensiamo ai piccoli, ai bambini. Doveri per tutti e prima di tutto per i grandi! Non dimentichiamolo!

 

Gesù nella Sinagoga di Nazaret si pone come il faro, la luce, il riferimento, il centro, il modello,allora come oggi e per sempre per capire la strada della felicità, della gioia per tutti: soprattutto POVERI,  PRIGIONIERI, CIECHI, OPPRESSI. Se daremo gioia a loro ci sarà gioia per tutti. Se la gioia manca a qualcuno, mancherà a tutti. L’ANNO DI GRAZIA, che è anche l’ANNO SANTO oggi per noi, è per la gioia di tutti, senza differenze. Gesù l’ha portata per tutti e questa è la storia più bella, quella che vale la pena raccontare.